mercoledì 4 maggio 2016

INTENERITA


E non solo.
Tornata a casa dopo l'incontro di ieri, sono state tante e tali le emozioni da elaborare che si è imposto un lungo "silenzio" dentro di me. Sai quando ogni parola, gesto e pure "necessità", insomma tutto appare inopportuno? Beh, era così anche per me, e non ho potuto condividere più di tanto in emozioni perché prima avrei dovuto raccoglierle tutte, e poi valutarle una per una per non penalizzarne nessuna. Spesso infatti le più silenti, quelle in sordina segnano maggiormente delle eclatanti che mandano giù "rovesci" a mo' di acquazzoni ma si dimenticano subito, all'immediato cambio d'abito.
Non dici niente. Che cosa è successo?
Non dico niente perché niente è successo.
E invece a Chi mi sta a fianco con stoica pazienza ma solo da tempo recente, avrei dovuto rispondere... qualcuno ha gettato un sasso nello stagno, e le onde concentriche venute fuori non si sono ancora fermate, anzi... diventano sempre più ampie.
Sono stata così in silenzio per tutta la sera, stretta nelle spalle a ripetermi ciò che solo poco prima avevo ascoltato. Brividi e desiderio di chiudere gli occhi... ché presto arrivasse il mattino.
Ed è stato il mattino e poco è cambiato. Sono stata in reparto e mi sono pure commossa, tese com'erano le corde dell'animo. Sono stata con due mamme, e i loro "ricordi di mamma" erano più dolorosi di quelli legati alla malattia. Ho ascoltato, ed elaborato ogni parola, cacciando indietro a fatica il solito "senso di colpa", poi ho detto la mia e sono stata ascoltata mentre notavo uno strano luccichio nello sguardo altrui. La condivisione porta anche a questo, non vergognarsi di alcun momento di debolezza, "svelare" ogni forma di pudore... per aiutare ma ancor prima, aiutarsi.
E se nell'immediato, ieri sera avevo provato tenerezza, questa poi era apparsa come senso di inadeguatezza, voglia di capire fino in fondo e non riuscirci perché ognuno è unico pure nelle emozioni provate e poi esternate. Infine, passato il tempo giusto ho realizzato una grande pace interiore, un passo avanti di quella "crescita personale", di cui l'inizio conosco ma di certo, anche perché non voglio, immagino la fine.

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