domenica 7 luglio 2013

Caos ed armonia

E' quella che ci ha preso non una malattia qualsiasi ma il male per antonomasia... "la malattia", e anche se nel corso dei secoli ha perso l'atavico retaggio che la vedeva come punizione e maledizione, resta intatta la sua crudeltà, l'assoluta mancanza di rispetto nel colpire. Non bada ad età, sesso o condizione... arriva improvvisa e silente, priva della lucidità e getta, almeno nell'immediato, nel buio della paura. E questo accade con più forza per la donna che... come dice sempre il già citato professor Veronesi...è "custode dell'armonia", armonia dei rapporti umani... armonia del proprio corpo.
Ricordo il momento per me della diagnosi... la paura di non farcela e morire, il senso di disagio al pensiero della mia femminilità violata... un "senso di colpa" mentre cercavo di guardare negli occhi marito e figli. Temevo di leggervi il terrore, di essere abbandonata perchè "lasciata andare" senza speranza... e in quegli occhi perciò a lungo evitai di sostare. Fu insomma il "caos" dentro e intorno a me... finchè con un "colpo di reni" decisi di drizzarmi perchè in quel modo non poteva andare... e fu un'altra storia. Quella stessa che continua ancora, con tanta buona volontà e grande forza di resistenza per non pensare ad un futuro programmato troppo a lungo.
Ritornò l'armonia, fatta di grandi strategie e battaglie vinte, di piccole gioie ma anche di notti insonni, perchè già... qualcosa deve pur restare per ricordarti di non abbassare mai la guardia.
E' così...
Anche per la signora, cosiddetta "araba", dai Suoi foulard annodati sapientemente e in modo sempre diverso, è stato lo stesso, e Lei per ristabilire equilibrio ed armonia si è dedicata alla cura di se, turbanti di ogni colore e... caffettani abbinati, per cui in tempi recenti si è guadagnata un altro appellativo... signora "pakistana".
E adesso che è quasi giunto il momento dell'intervento non sta in sè dalla gioia... vorrebbe abbracciare di continuo medici ed infermieri, non smette di ringraziare e a tratti anche con le lacrime agli occhi.
Con un bacio sulla punta delle dita, l'altro giorno ha ringraziato anche me... Le avevo portato una scatoletta di latta con i "fiocchi di tenerezza", brevi pensieri sulla speranza. Ha visto quei foglietti di cartoncino rosa, arrotolati e legati con un nastrino d'argento e si è commossa...
"Non potevo avere di più... la speranza racchiusa in un piccolo scrigno. Ma... tesoro, come facevi a sapere che adoro le scatole di latta?! Pensa, ne faccio collezione! Questa da ora sarà il pezzo più prezioso..."

4 commenti:

  1. Dolce Mary ,quanto bene fanno le tue parole e, quanti consigli si leggono tra le righe,ma cio' che in assoluto traspare sempre e non manca mai è la speranza che un domani sempre ci sarà...!!!
    Buona domenica e un bacio!!!!

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    1. Sempre, Amica mia... un domani ci sarà sempre e comunque. Dipende da Noi, perchè anche quando le risorse saranno diminuite e poi terminate, ci penseranno gli Altri che "accoglieranno" il testimone a proseguire su un sentiero di speranza.
      Quello che conta di Noi, infatti non è ciò che appare ma quello che siamo stati, la Nostra "essenza" che pur non visibile o magari proprio per questo non finisce mai.
      Allora un domani ci sarà sempre e per sempre...
      Un abbraccio fortissimo,
      Mary

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  2. La tua forza, la tua generosità, mia cara Mary... e condivido le splendide parole di Anto (che saluto con affetto). Ti dono un abbraccio grande.

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    1. Grazie Ale cara, per le belle parole e l'affetto che mi doni.
      Ricambio l'abbraccio con forza...
      Mary

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