mercoledì 20 luglio 2011

"Che altro festeggiamo oggi?" ha esclamato Marta stamattina quando ha visto le tre buste che le porgevo. Altre volte in situazioni simili aveva detto scherzando, "hai più ricorrenze tu..." e in effetti c'aveva azzeccato perchè io ho più ricorrenze... sono nata per la seconda volta! Ogni giorno lo vivo come momento di rinascita, quindi 365 compleanni in un anno, ma capisco che non si può esagerare, passerei davvero per stucchevole, allora mi limito ad alcuni momenti che hanno un significato tutto speciale per me. E allora... per tornare alle tre buste... oggi prima di salire in reparto, mi sono fermata al bar e ho comprato i gelati da condividere con "gli amici che contano", oggi era una festa normale, direi legittima... è stato il mio compleanno. Un dono lungo 58 anni... poteva mai passare sotto silenzio??! Giammai! E così, anche se in punta di piedi e discretamente, sempre con il massimo rispetto del luogo che mi ospita, ho condiviso un po' di gioia e di vita là dove la vita è una conquista giorno per giorno.
"Maria, tu come lo vuoi il gelato, all'amarena o al caffè?" Quella domanda non era rivolta a me.
Due donne con lo stesso nome, una seduta accanto al letto dell'altra; poco prima m'aveva tenuto stretta a lungo la mano. "Ma veramente dici? Mò l'ospedale passa pure il gelato?" Insieme con Marta era entrata anche Dora. " Seee, che dici? E' il suo compleanno, è il compleanno di Calcutta! (scherzoso diminuitivo di Teresa di Calcutta)" "E chi è 'sta Cacutta?" L'altra Maria aveva capito benissimo, però... "No, non mi piace che la chiami così (in verità neanche a me piace, non reggo quel paragone)". "A te come piace chiamarmi?" le ho chiesto, "Maria, Maria come me, MA-RI-A... e basta!" Non lo so il perchè, ma a quella risposta ho avuto un brivido ed ho provato l'emozione di quando si riceve un dono; implicitamente e inconsapevolmente mi ha regalato la prerogativa di essere unica, con pregi e difetti, per lei, non un clone o ancor peggio una brutta  copia, per lei solo unica.
"Hai fatto ieri come ti ho detto?" "Certo. Ho messo delle spugne fredde sul petto, ed è vero, sai... mi sono sentita meglio." " Te l'avevo detto io..." Lei, l'altra Maria il giorno prima mi aveva consigliato le spugnature fredde per alleviare il disagio causato dall'espansore "un po' troppo su di morale". Le ho detto di sì, che ho seguito il suo consiglio, l'ho "detto" appunto... e lei ne è stata soddisfatta.
Due donne, una accanto all'altra... la prima con un espansore un po'su di giri e un certo disagio, però a dire il vero...minimo; la seconda... ancora il tubo del drenaggio, un ago nel braccio, tanta debolezza: un aspetto quasi irriconoscibile. "Prima di diventare così, dicevo, di una morte si deve morire; ora dico, chissà se mor' o se camp'..." Perchè? Perchè quando stai male e ti senti morire capisci che non vuoi, alla vita t'aggrappi con tutte le forze, e cominci a lottare... con l'energie al lumicino ma lotti per questo dono che vuoi tener stretto. Già... un dono che a me è stato fatto due volte... un dono lungo 58 anni e... da oggi si continua a... contare.

2 commenti:

  1. Un abbraccio e auguri sempre ..ogni passo seppur piccolo merita la sua importanza perchè questa volta sei venuta al mondo con la consapevolezza di quella che sei e di quella che vorrai diventare!

    Sereno vissuto a te ..:)
    Costy

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  2. Verissimo, cara Costy, e questa consapevolezza è più che gioia, è FELICITA' di una vita che è tutta a venire. Con lo sguardo interrogativo e carico di meraviglia scarto pacco dopo pacco, tutti i doni che la vita vorrà comunque farmi. Di questo sono certa.
    Grazie di tutto, mia cara, e tanta serenità anche a te.
    Mary

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