sabato 18 dicembre 2021

IL GRANDE PROGETTO (n.40) (Non per fama né per soldi)


I miei pensieri stasera, non per amor di polemica ma quasi uno sfogo, tra ricordi e considerazioni.
Perché tutto questo proprio oggi?
Meglio subito, poi al solito voltare pagina e ricominciare, ché Noi non possiamo permetterci il lusso di piangere sul latte versato da altri.
Dobbiamo guardare avanti, ci dicono e lo facciamo, ma non prima di aver sostato a guardare indietro, dato un'occhiata intorno e in fretta distolto lo sguardo, per non sentirci soli, ridotti a rotismi di un meccanismo che con presunzione si vorrebbe definire preciso.
Quando alla fine del mio percorso di cura presi ad essere accanto a qualcuno, più di uno, a tanti nel tempo, una persona mi paragonò al generatore di corrente, che si rigenera a sua volta, perché non manifestavo mai stanchezza, anzi ero sempre più... più di quello che si potesse immaginare.
Evidentemente avevo fatto proprio colpo se un giorno una paziente esclamò all'improvviso... peccato, non potevi essere il nostro medico? Mi colse di sorpresa e mi limitai a sorridere scuotendo la testa, ma a casa feci di nuovo la domanda a me stessa...
Perché non ho mai pensato di fare il medico? Sarebbe stato anche comodo un medico in famiglia, d'altra parte da sempre accudente, paziente, la gente mi piaceva senza alcuna distinzione, e poi...? Magari... fama e niente... fame. Già, il riscontro economico... i soldi, cedendo a qualche piccolo compromesso... a discapito di qualcun'altro? ... dopo tutto, che fa?
Ecco, su questo punto totalmente in disaccordo, provai un nodo allo stomaco, mi venne il magone.
Essere accanto a qualcuno che soffre non è certo cosa per tutti.
Non è solo presenza fisica, stringere una mano, asciugare una lacrima. È piangere dentro, insieme, e poi risollevarsi con un sorriso, e ricominciare.
Una missione, come dovrebbe essere per ogni sanitario, colui che cura, dal vertice all'ultimo tirocinante.
Il volontario non cura ma si prende cura, non scende a compromessi, perché si sente compromesso in ciò che è un "modo di essere" sincero e gratuito, e non mero "mestiere".
Semplici particolari che fanno la differenza, quella differenza che personalmente tanto mi appassiona.
Potrebbe essere un primo piano raffigurante fiore, albero e attività all'aperto

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