giovedì 21 ottobre 2021

UNA "CERTA" SPERANZA (n.83) (Come dopo una mareggiata)


Col mare grosso la riva non è più visibile, tutta la spiaggia addirittura è presa dalle onde.
Il cielo è cupo e pare non voler più ospitare luce.
Ma nulla dura per sempre, e questa che forse è tra le poche certezze, diventa motivo di speranza.
La pandemia sembra voglia ritirarsi come il mare dopo la mareggiata. Adesso è simile ad un'alta marea che disturba, impedisce di muoversi come si è sempre fatto.
Noi siamo quello che facciamo costantemente, scrisse Aristotele, quindi ci identifichiamo col Nostro agire nella quotidianità. Quando questa viene sconvolta da un "fatto" nuovo, evento o cambio di rotta che sia, siamo chiamati ad "adattarci", abbandonare momentaneamente o anche del tutto abitudini, atteggiamenti, modo di pensare.
Succede nel modo più naturale, per necessità e pure per istinto di sopravvivenza, e all'inizio sembra anche tutto normale. Poi trascorre il tempo, ad esempio due anni quasi, e ciò che era come l'aria manca.
Se a questo si aggiunge che l'unica finestra resta bloccata per chissà quanto, allora...
Ma non si deve perdere la fiducia mai, passata è la bufera, la quiete tornerà.
E intanto c'è da fare per prepararsi a navigare finalmente in acque tranquille.
Elaborare i timori e le paure.
Superare la piccola crisi personale.
Colmare lo spazio vuoto nell'animo, rifornirsi di motivazione e avviarsi sull'antica strada.
Torneremo a dar ascolto al Dolore, alle storie, e dar voce alla Speranza.
Torneremo a tener compagnia, a donare quasi sempre, conforto col sorriso o una parola.
Torneremo quando sarà il tempo, e l'attesa sarà di per sé emozione.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante corpo idrico

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