UNA "CERTA" SPERANZA (n.65) (Verità e Giustizia)

Ogni tanto e secondo convenienza sono tirate in ballo.

Ma non dovrebbero essere al di sopra a prescindere?

Sono "valori", credo... almeno per me è così.

Non me lo pongo nemmeno il problema, sarà vero... è giusto o al contrario è ingiusto.

L'informazione dà nota degli accadimenti, poi ognuno valuterà secondo soggettivo e quindi più o meno equo giudizio, che non equivale a condanna o assoluzione.

A giudicare saranno altri, non depositari della verità assoluta, ma di norme alla base del vivere civile.

Applicheranno le leggi e non è detto con la risoluzione più giusta.

La giustizia si manifesta come riconoscimento della verità, intesa non in senso assoluto bensì come valore, strettamente all’ordine degli accadimenti.

Una giustizia che essendo umana può essere, anzi lo è, imperfetta.

Lungi dal proporla quindi come verità universale e assoluta, appare più coerente pensare ad essa come l’alfa e l’omega di un percorso accidentato e tortuoso, un cammino complesso e faticoso, una specie di "motore immobile" per l’intera società civile, in un quadro che coinvolge simultaneamente la politica, la filosofia e il diritto.

Ormai mi conoscete, mi piace lasciare qualcosa oltre le parole, quindi concluderò con una sorta di "proporzione".

La Verità sta alla Giustizia come il rispetto, l'onestà, l'imparzialità stanno alla Persona.