UNA "CERTA" SPERANZA (n.72) (Sfumature)

È così... riprendiamo il cammino.

Siamo pronti, meno pronti... timidi o timorosi. Con quel senso vago di inadeguatezza che aleggia e non si spiega.

Ne abbiamo vissute e fatte tante, però...

Però però, è più che naturale, due anni di "incertezze globali" sono sufficienti a far rimettere in discussione tutto, come se un passato ben vissuto non fosse mai stato.

Come dopo una lunga malattia da cui pensi non poter mai venir fuori..

Terminato il periodo terapeutico, fui congedata con la raccomandazione di essere serena ma non illudermi troppo, cosa appunto che non ho fatto ma pure mai vissuto con angoscia.

L'aver scelto di vedere la malattia come "opportunità" mi aveva fatto scoprire nuove risorse che erano più che sopravvivenza... era Vita con la "v" maiuscola.

La serenità che ne derivò fu la spinta giusta, l'input per crederci sempre, continuare e superare i limiti dell'inadeguatezza.

Il resto lo sapete, non lo devo raccontare.

Come ricominciare?

Presentandoci di nuovo. Il proprio nome e la motivazione.

Perché sono qui?

Per farti compagnia se lo vuoi.

E poi non solo le parole devono essere giuste ma pure lo sguardo. Mai indagatore né pietoso, piuttosto premuroso con discrezione.

Negli occhi che incontreremo potranno esserci sgomento e coraggio, e di contro pure grande forza e dignità. Non sarà una contraddizione.