martedì 2 aprile 2019

RIVISITANDO UNA PAGINA


Riempirmi la giornata di tante cose da fare, molte relazioni da coltivare, per non rischiare momenti di vuoto e pensare il pensiero non giusto. E così anche oggi, giorno di riposo, è stata una "domenica stracolma", responsabile il cambio dell'ora e faccende in sospeso da sbrigare. Comunque sono riuscita a rubare un'ora per la Messa e ne ho ricavato un tesoro.
Quarta Domenica di Quaresima e la memoria è tornata indietro a quella Pasqua di nove anni fa, il "mio piccolo calvario".
Succede spesso che un profumo nell'aria o le note di una melodia rendano un ricordo simile ad un sogno in dormiveglia, così...
Quella domenica mattina alle nove meno cinque, con le mie compagne di stanza eravamo nell'ascensore che ci avrebbe portato al piano terra verso la cappella dell'ospedale. Eravamo vestite a festa, si fa per dire, con ciò che offriva il guardaroba di quei giorni, un pigiama pulito sotto la solita vestaglia, ciabatte ben spazzolate e calzini bianchi immacolati. Così " le quattro dell'Ave Maria ", è proprio il caso di dirlo, l'una accanto all'altra si posero a sedere in uno dei banchi in attesa dell'inizio della celebrazione. Era appunto quella la IV domenica di Quaresima e tra un po' sarebbe stata Pasqua.
Com'era volato il tempo... me ne rendevo conto mentre vivevo anch'io con intensa speranza la mia piccola Quaresima di penitenza e dolore . Non c'è vita senza morte ed io morivo a tutto ciò che di me era stato precedentemente per poter vivere in maniera rinnovata dopo, quando tutto fosse passato. I pensieri si susseguivano mentre il sacerdote dava inizio al rito d'ingresso in quella cappellina tutta bianca, nascosta alla luce eppure soffusamente luminosa.
Alla lettura della parabola del figliuol prodigo mi sentii profondamente toccata da quelle parole. Ero anche io in un momento di grande vulnerabilità, presso la casa del padre, ai Suoi piedi a chiedere pietà, conforto e aiuto ed Egli mi accoglieva a braccia aperte. Mi sentii serena, forte della fiducia in Dio che mi era accanto e mi aiutava.
Il resto della mattinata prese un verso totalmente differente, tra mille dolcezze, le visite dei parenti e degli amici.
Nel primo pomeriggio di quella bella domenica che preannunciava una "nuova primavera", venne a trovarmi anche un frate della mia parrocchia, un religioso particolarmente carismatico che conquistava tutti con la semplicità delle sue parole, comprensibili e rasserenanti.
Qualche giorno prima avevo chiesto di lui e lui era venuto da me, mi aveva confortato esortandomi a confidare in Dio che tutto può, tranquillizzandomi con il suo sorriso.
Dopo nove anni, oggi come allora, una pausa per prendere respiro, fissare il tempo con un alone di eternità.

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