lunedì 15 aprile 2019

13 APRILE 2012 - 13 APRILE 2019




Due date, due "ricostruzioni" diverse. Persi qualcosa, cercai di adattarmi a quel che giunse dopo, oggi mi rendo conto che mi è stato donato molto di più. Un "potenziale" che viene fuori, si mette in atto per diventare risorsa e non solo per me.
Sono stata invitata a partecipare... guarda caso... ad un convegno sul "valore della narrazione", ed ho "narrato" di me, del "prima", e del "dopo" in un'enfasi emotiva contenuta da una serena consapevolezza.
Raccontare a voce, raccontarsi con semplici parole, condividere anche con la scrittura che diventa nel momento stesso in cui si mette nero su bianco, una forma di psicoterapia fai da te.
Io cominciai così, per non affogare nell'isolamento che porta al senso di solitudine con la malattia.
All'inizio poche righe che pensavo nessuno mai avrebbe letto, ma che servivano a me per sentirmi viva. Una strategia come un'altra per adattarsi ai vari cambiamenti che comporta un evento come quello. Infatti la prima pagina del mio blog comincia proprio così...
Sto per scrivere di qualcosa che all'improvviso ha cambiato il corso dei giorni e il significato della mia vita vissuta finora...
... e da quel momento non ho mai smesso. Nove anni di pagine scritte, una al giorno, a tarda sera, anzi di notte, raccogliendo le idee, formulandole in pensieri, espressione di emozioni. Le mie e le altrui, perché se cominciai con la personale storia di malattia, oggi continuo da volontaria, raccogliendo parole spesso dette a metà, cogliendo pensieri dagli sguardi, ascoltando il dolore in ogni forma. E poi racconto, e i pensieri inespressi diventano fiumi di parole, espressione di varia umanità.
E' così, la "scrittura" è stata ed è la mia risorsa più grande. E' il mezzo con cui elaboro e metabolizzo... è il modo con cui esorcizzo ancora la malattia, perché scrivendone è come se prendessi da essa le distanze.
Lo decisi un giorno per continuare a sentire quella vita che temevo di perdere. Doveva vibrarmi nella mente quando pensavo, scorrere nelle vene mentre con gioia realizzavo i concetti e raccontavo le esperienze.
E fu così davvero, poi prendevo a leggere ciò che avevo scritto, e a stento mi riconoscevo, però quella "storia" mi piaceva tanto e avrei voluto sapere subito come sarebbe andata a finire.
A finire?... mi chiedevo... e come è possibile se la "protagonista" sono IO, viva e vegeta, perfettamente lucida e con una gran voglia di andare avanti.
Solo di recente poi, ho saputo che in psicoterapia la scrittura, autobiografica ma anche poetica o narrativa, viene adottata come terapia supporto per elaborare traumi, lutti e malattie... IO, ci ero arrivata da sola in un momento di disperazione, aggrappandomi a ciò che pensavo saper fare meglio. Come un naufrago ad un tronco per non affogare.
E infatti a galla sono rimasta, le mie difese immunitarie sono più forti, così pure il coraggio e la voglia di andare.
Con me ha funzionato, eppure non sono poi così speciale, ho solo osato e il salto di qualità c'è stato.

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