sabato 27 aprile 2019

UN "DIARIO" PER APPREZZARE LA VITA




"Ora che ho imparato ad apprezzare la Vita e a comprenderne in pieno il valore... ora più che mai non posso passare oltre..."
Perché la "Speranza" è unica e sola, e se è vero che bisogna guardare avanti, lo è altrettanto procedere con un occhio al passato, soltanto una rapida e fugace occhiata per carpirne gli errori e trasformarli in "bontà", unica e sola.
Mi piace concludere questa giornata senza inutili e banali frasi, ripetute tante volte da non suonar più autentiche per natura, ho pensato invece di riportare "stralci" di un diario... "Il diario di Anna Frank", divenuto in seguito non solo famoso "memoriale" di una ragazzina ebrea bensì "simbolo" di un intero, triste periodo.
Fin dall'inizio spiega il motivo per cui decide di dare un nome a quelle "pagine di carta"... perché "la carta è paziente"... come "amica" discreta ascolta, non replica... soprattutto non giudica.
Termina proclamando il Suo confidare ancora nella speranza... perché in fondo l'Uomo non può essere così cattivo... ha solo dimenticato la Sua capacità di essere buono.
"... a me piace scrivere e soprattutto aprire il mio cuore su ogni sorta di cose, a fondo e completamente.
- La carta è paziente -; rimuginavo entro di me... e siccome non ho affatto intenzione di far poi leggere ad altri questo quaderno rilegato di cartone che porta il pomposo nome di diario, così la faccenda non riguarda che me. Eccomi al punto da cui ha preso origine quest'idea del diario: io non ho un'amica.
...
Perciò questo diario. Allo scopo di dar maggior rilievo nella mia fantasia all'idea di un'amica lungamente attesa, non mi limiterò a scrivere i fatti nel diario, come farebbe qualunque altro, ma farò del diario l'amica, e l'amica si chiamerà Kitty."
"E' un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell'intima bontà dell'uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l'avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l'ordine, la pace e la serenità."
E Anna, ragazzina maturata troppo in fretta, figlia del tempo che la volle segregata in quell'età in cui la vita esplode, non fu mai chiusa in se stessa, e cercò compagnia e strinse legami per continuare a vivere nella speranza. Perché come Lei stessa afferma...
"Non c'importa tanto di non arrivare da nessuna parte quanto di non avere compagnia durante il tragitto".
Ogni percorso duro e pieno di incognite è meno doloroso se non è vissuto in solitudine. Ovunque porti, comunque vada.

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