domenica 28 aprile 2019

FAVOLA... ILLUSIONE... SPERANZA




Chi può dire con assoluta certezza che non sarà così? Nel bene come nel male, è ovvio. Allora crederò ciò che a me conviene, per il mio bene.
Fu questo il pensiero costante durante la malattia, lo è ancora quando penso ad un eventuale ritorno, perché scacciarne l'idea sarebbe illusorio, e non conviene, guardarlo invece come cosa lontana ma possibile fa da "vaccino" e rinforza le "difese" mentali ed emotive. E col passare del tempo diventa "speranza viva".
Dopo una settimana sono tornata in ospedale, e inutile dirlo, è stato come tornare a casa, con la voglia di riprendere il sorriso di sempre, il desiderio di accoglienza, e l'ansia di fare. Fare qualcosa per l'Altro, ché possa sentirsi accolto con il sorriso che rassicuri e gli infonda speranza. Non è sempre facile, specie in certi momenti ed alcune situazioni, ma l'esperienza degli anni, gli errori corretti, e l'umiltà del servizio aiutano molto, e poi c'è il coraggio e ancor prima l'ascolto di sé, di ciò che avresti voluto a suo tempo e di quello che invece ti fu dato gratuito e sconsiderato, e allora di certo non puoi sbagliare e puoi osare, oppure nell'incertezza, essere accanto col "silenzio pieno" che non ha bisogno di parole.
Nell'affrontare la malattia ci potrà essere la "forza dell'abbandono" che non è rassegnazione, bensì assecondare l'evento per non sprecare energia vitale. Qualcuno poi sceglierà la via della "determinazione ad oltranza", ovvero crederci sempre e convincersi che è così e non potrà essere diversamente, solo perché lo si pensa e si desidera con tutto il Cuore.
Ognuno comunque si creerà una storia su misura, da vivere come protagonista e a lieto fine, una sorta di favola, che a tratti sembrerà un castello di carte da gioco, pronto a crollare con un soffio, ma immediatamente rimesso su dalla forza della Speranza che vede solo il bello e il buono, perché alimentata dalla serenità di pensiero.

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