martedì 16 aprile 2019

LA FERITA RISANATA (non c'è Pasqua senza un Venerdì)


Son trascorsi ormai i "quaranta giorni", domani comincia la Settimana Santa.
Dell'omelia di quest'oggi, domenica delle Palme, trattengo due espressioni che sento appartenermi con forza. "Ferita risanata" e "Non c'è Pasqua senza un Venerdì". Il celebrante ha raccontato un ricordo personale della propria infanzia, di giochi di bambini, incoscienza e cicatrici, segni indelebili che cancellano definitivamente quel che fu e che pur superficiali restano incisi nel profondo.
Come per Te, hai sentito... come la "tua ferita".
Devo riconoscere che da mio marito un'affermazione tale non me l'aspettavo, ma Lui è così, è fatto per sorprendermi, e forse mi ha conquistato per questo. Va be', dicevamo... si, della mia ferita risanata che porta una cicatrice ampia come il più bello dei sorrisi, e che mi "guarisce" ogni giorno.
Già... una verità inconfutabile.
Non esiste resurrezione o rinascita se non si passa per la "morte", magari non sarà fisica, magari sarà solo il buio di un momento o morire a se stessi per rimettersi in piedi e far frutto di un'opportunità per caso, ma di certo forti in autostima e in perfetto equilibrio con se stessi e gli Altri.
Spesso quel che è rotto lo buttiamo, quel che non è perfetto viene nascosto. Una ferita dell’anima fa paura a chi la vive e a chi da fuori la osserva. E invece le cicatrici fanno parte della Nostra vita e possono renderla più preziosa, qualcosa di nuovo.
Da una ferita risanata può rinascere una forma di bellezza e di perfezione superiore, i segni impressi dalla vita sulla nostra pelle e nella nostra mente hanno un valore e un significato, e dalla loro accettazione, dalla loro rimarginazione prendono il via i processi di rigenerazione e di rinascita interiore che ci rendono delle persone nuove e risolte.

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