domenica 11 novembre 2012

Di fatto una cosa è sicura... se analizzo tutto il tempo intercorso da quell'8 marzo di due anni fa ad oggi, noto il gran "divenire" della mia Vita. E questo è anche normale perchè nulla è immutabile, le situazioni cambiano e le persone pure, ma ciò che intendo è l'evoluzione rapida, continua ed anche "tumultuosa" del mio animo... tumultuosa al punto da sembrare il suo contrario... un'involuzione.
All'indomani della diagnosi, libera ormai dal peso del dubbio e superata l'angoscia iniziale, fui animata dal coraggio di "fare"... rimboccarmi le maniche e fare qualcosa per me stessa. Mi sentivo anche in colpa per il dolore e disagio che avrei arrecato alla mia famiglia e divenni ancor più mite di quel che ero... chiedevo scusa, perdono fino ad irritare perchè sembrava ostentassi una "rassegnazione" per cui Chi mi era accanto non si sentiva pronto.
Poi cominciai a fare le prime conoscenze che in breve tempo diventarono numerose, tante e... amavo Tutti, indistintamente e non ne facevo mistero... e fu l'iniziazione al "culto dell'abbraccio".
Un'unica parola era sempre presente in ogni mia conversazione, GRAZIE... perchè ero grata di esserci ancora e ringraziavo gli Altri che mi permettevano con la Loro paziente disponibilità di continuare a... esserlo.
Comprendevo... comprendevo sempre fino a negare l'evidenza, così tolleravo e persino giustificavo la sgarberia di qualche infermiere o l'atteggiamento indifferente di un medico. Si capisce... pensavo tra di me... siamo davvero tanti ad ammalarci di tumore, troppi e il Loro non è sempre un compito facile soprattutto quando devono comunicare il peggio. Non tutte le ciambelle riescono col buco... mi fu detto un giorno, ed io mi chiedevo chissà fino a che punto sarei risultata una ciambella ben riuscita... perciò meglio accontentarsi e non far caso a certe esternazioni d'insofferenza o risposte evasive... dovevo tener duro e soprattutto non isolarmi... sarebbe venuto meno quel calore che serve alla Vita.
E i mesi son trascorsi, e il primo e il secondo anno pure... ed io sono qui a raccontare e raccontarmi con tutta la sofferenza e la voglia di arrampicarmi che hanno caratterizzato questo tempo. C'è stato dolore, anche fisico... l'umiliazione di esami anche invasivi... la stretta al cuore perchè diventavi "piccola", sottomessa per essere pronta a quelle manipolazioni e neanche si accorgevano che fossi lì... potevi essere un fantoccio, sarebbe stata la stessa cosa.
E' naturale perciò che un po' mi senta diversa... con un sentimento crescente dentro che non è ira non è rabbia ma solo voglia prepotente di far capire, qualora fosse possibile,  ad un'infermiera che definirei "ruspante" ma non in senso buono, che non si può, non si deve imporre il rispetto delle regole allo stesso modo in cui si pongono a ricovero le galline... altrimenti qui il "ruspante" ci sta tutto.

8 commenti:

  1. Ammiro sempre cara Mary la tua forza d'animo con una ferrea volontà.
    Immagino che appena saputo di quanto stava succedendoti eri smarrita e ti sembravano tutti che dovessero pagare, e ti chiedevi sempre grazie!!! non dimenticare che la tua famiglia sarà sempre con te e non gli sarai mai di peso.
    Ciao e buon San Martino cara amica.
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo so, Amico mio... e poi ho Voi Tutti, Amici virtuali ma tanto cari e gli Amici reali... "quelli che contano". Sono la mia motivazione più grande.
      Un abbraccio.
      Mary

      Elimina
  2. Cara Mary in questa nuova vita vedi le persone con chiarezza,vedi la pochezza di certe anime,la poca ricchezza di amore e umanita ,vedi davvero i limiti di chi dovrebbe dare amore a piene mani al prossimo e proprio non vede e non ne è capace,sento persone che lavorano nel sociale trattare i pazienti come numeri ,basta arrivare a sera .Ma poi vedo altre persone che nel sociale non c'entrano nulla avere una dolcezza un'apertura verso la gente che mi fa sperare ancora.
    Correggere le prime non serve,forse basta credere che non siano importanti piu' di tanto...e coltivare poi a piene mani ogni sorriso sincero che il tuo cuore sa riconoscere.
    Un bacio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sai che cosa penso, Amica mia? Forse sarebbe opportuno parlare di buon uso di "talenti", di biblica memoria... sarebbe bello che Tutti potessero rendersi conto delle potenzialità in Loro possesso e non solo a Loro beneficio. Ma così non è... e allora subentra la necessità del "carisma", perchè è quello che fa comprendere in pieno il senso di un'esistenza e dà la spinta giusta per agire in modo retto e generoso. E in cambio... quanta gratificazione in più!
      Un abbraccio infinito con tutto il Cuore,
      Mary

      Elimina
  3. Risposte
    1. GRAZIE, Soffio... lo ricambio volentieri perchè lo so sincero.
      Mary

      Elimina
  4. Ciao Mary. Bellissimo post... fa riflettere, specialmente in questi momenti dove parlano di riduzione di reparti, posti letto, personale...
    Sono tutti rabbiosi... E noi siamo dei numeri e ci sentiamo "piccoli" e impotenti... Siamo nelle mani di questi specialisti "esperti", ma chissà se lo sono veramente??? Ormai è tutta una burocrazia... Gentilezza e sensibilità dove sono finite???
    Buona settimana cara Amica mia, un abbraccio e un ciao a presto.
    Ale

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E'vero Ale, c'è solo un piccolo particolare... se vogliamo, qualche "rabbioso" c'è sempre stato nell'ambito ospedaliero perchè oltre alla preparazione e professionalità si dovrebbe tener conto della sensibilità e delle capacità comunicative di Chi intraprende la "via" della Medicina. Purtroppo questo non è mai stato ed allora non sono stati pochi quelli che meglio avrebbero fatto a star fermi... per sempre.
      A parte lo sfogo "rabbioso"... un grandissimo e affettuoso abbraccio,
      Mary

      Elimina