lunedì 25 maggio 2015

LA MIA "COMPAGNA DI BANCO"



Emoticon heart
Ora ci siamo lanciate, perché diventate grandi... nel senso di "adulte nel campo", si capisce... e l'altro giorno abbiamo fatto un "selfie", si dice così?
Eravamo in reparto e abbiamo osato, sperando di passare inosservate.
La foto ci serviva per augurare la buona domenica agli Amici del GAMA, in visita alla Pagina fb. Troviamo sia una bella idea seguire nel virtuale la falsariga nel reale del Nostro facilitatore che ogni settimana non fa mancare il messaggio ad ognuno.
Così per questo giorno di festa abbiamo offerto il Nostro sorriso, lo hanno accolto in tanti e molti lo hanno apprezzato. Noi, Irene ed io ne siamo state felici.
Ora "guaritrici ferite", un tempo... "compagne di banco".
Un tempo, in verità non molto lontano che c'ha visto insieme imparare "come si diventa volontari", prendendo per buona questa ipotesi, che una cosa così possa essere appresa in teoria e poi messa in pratica. Entrambe poi ci siamo rese conto che serve la disponibilità di Cuore e l'umiltà di pensiero, e Chi insegna è solo la Persona che ogni volta hai di fronte.
Allora, avere una "compagna di banco" mentre imparavo a "mettere per iscritto" i sentimenti con le azioni giuste, mi dava un grande conforto. Mi piaceva confrontarmi spesso con Lei, persona pacata dal tono di voce sempre uguale, sorridente e dai sospiri profondi.
"Io?! Io... sono contenta!", diceva per esprimere il Suo stato d'animo dopo il tumore... Lei ne era uscita da poco e non voleva tenersi dentro la "grande scoperta".
Una strana sensazione di "silenziosa euforia", la soddisfazione appena percepita di essere entrate casualmente in una sorta di "girotondo"...
E' strano che per indicare un'emozione legata ad un evento traumatico, si possa usare un termine così giocoso e allegro... eppure è così.
Ricordo da bambina quando vedevo i compagni mettersi in tondo per girare velocemente... poi sempre di più e all'improvviso sedersi di colpo a terra. Chi non era stato veloce in quell'azione veniva espulso.
Io ero quasi sempre tra i "sopravvissuti".
Un gioco allegro ma pure un po' crudele perché ad esclusione, con modalità e tempi non da tutti colti allo stesso modo.
Un giorno... la mia "compagna di banco" ed io parlavamo tra Noi... noduli comparsi all'improvviso, dimensioni... interventi e terapie... protesi e ricostruzioni. Una bella "signora bionda" che era seduta accanto, largo sorriso stampato sul volto, con gli occhi passava dall'una all'altra senza mai cambiare espressione... sorridente come se non capisse. E forse era così... oppure pensava che il "cancro" c'avesse messo fuori uso non solo il seno ma anche il cervello.
No... certo, non poteva sapere che Noi ci sentivamo "sicure" perché entrate a chiudere il cerchio per lo stesso "girotondo".
E oggi, benevolmente caparbie, cerchiamo di coinvolgere e convincere Altri che in questo gioco si può non essere espulsi se convinti non si smette di crederci.

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