mercoledì 29 febbraio 2012

Giornata strana quella odierna... mi sono sentita fuori luogo in ogni posto e per tutte le situazioni.
Mi è sembrato a tratti d'aver detto qualche parola di troppo, e a volte in meno, quando invece sarebbe stato necessario il contrario.
E poi... avevo fatto bene oggi ad andare in ospedale? Forse sarebbe stato più opportuno restare a casa.
Mah... capita! Voglio credere che succeda a chiunque di provare questa assurda strana sensazione... stare nè in cielo nè in terra, senza un ruolo preciso... pur avendo la consapevolezza di "esserci".
Me n'ero accorta già salendo su per le scale... avevo dolore alle ginocchia... tanto, ovvero lo sentivo come  forte disagio... e quando questo mi succede corpo ed animo purtroppo sono in perfetta sintonia.
Quasi non vista sono entrata in reparto. Dopo essere stata per un po' in una camera sono andata in un'altra dove sapevo avrei trovato una vecchia amica dei tempi della chemio...
"Ho cercato di Te", m'ha detto e poi non so come ci siamo imbarcate in un discorso sul destino, un argomento per me vivo ed attuale... in questo periodo... per tanti eventi.
Non era destino... si suol dire, e ci si sottomette con rassegnazione e magari con dolore al volere di "questo sconosciuto" che ha il diritto di muovere i fili delle nostre esistenze.
Era destino che andasse così... si dice pure, e ob torto collo si è costretti  a girare pagina anche quando non se ne ha voglia o non si pensava.
Resta il fatto... in conclusione... che ad opera del Destino l'Uomo diventa spettatore di se stesso, e solo poco può cambiare per Sua volontà.
E' chiaro che questo discorso, per come già mi sentivo non ha fatto altro che aumentare il senso di vuoto e d'estraneità dal contesto.
Sono scesa prima del solito... avevo bisogno di fare qualcosa per me stessa, che mi rendesse più presente a me stessa.
Quasi un mese fa m'era stato detto a proposito dell'intervento conclusivo da me tanto atteso, che prossima era la programmazione delle date... Non avendo ricevuto ancora alcun tipo di comunicazione, questo poteva essere il giorno, il momento giusto per chiedere... informarsi di quando sarà.
Quel benedetto intervento che due anni fa m'era sembrato il raggiungimento di una meta agognata dopo aver vissuto un incubo... ma che oggi, dopo tanto tempo... troppo, desidero e temo come "un'avventura" che non posso evitare.

8 commenti:

  1. Cara Mary ho molto riflettuto dopo aver letto questo tuo post, non bastano parole per esprimere ciò che si prova, io posso dire che la speranza è sempre l'ultima a morire.
    UN abbraccio forte e intenso.
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Amico caro... la solidarietà in certi casi vale più di una medicina... fa sentire molto meglio.
      Un abbraccio affettuoso,
      Mary

      Elimina
  2. Leggerti mi regala sempre la sensazione di "vicinanza". Magari non nell'esperienza diretta, ma nel modo di sentire. La speranza, la vita, le parole di troppo o troppo poche... tutti argomenti che mi toccano da vicino.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo che certe "problematiche"... più o meno possano riguardare Tutti. Chi non si è trovato mai ad affrontarle? Capirle, invece non è da Tutti... dipende.
      Dipende solo dalla capacità e il coraggio individuali. Molti preferiscono nascondere la testa sotto la sabbia... non vedere.
      TU, cara giovane Amica, non sembri assolutamente appartenere a questi ultimi.
      Un grande abbraccio,
      Mary

      Elimina
  3. Leggere il tuo post, penso a quante volte ci lamentiamo per delle stupidate! Sono certo che finirà tutto bene, lo meriti!! buona serata

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Giancarlo... grazie per l'augurio, e una felice sera anche per Te.
      Mary

      Elimina
  4. Cara Mary, dal tuo post traspare il tuo stato d'animo, ti capisco benissimo, e per me l'attesa è durata SOLO 13 mesi, quando si aspetta il tempo si dilata... per quella tua sensazione di disagio... è capitato anche a me, tante volte, un abbraccio cara amica mia♥

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Patrizia cara... al di là che Noi siamo "separate alla nascita", Tu mi puoi capire... hai vissuto la mia stessa esperienza e quasi nello stesso periodo, conosci le ansie, i disagi, le piccole sofferenze. Invece io non conosco ancora la gioia ed il sollievo per essere tornata più o meno come un tempo. Voglio vivere però in anticipo queste sensazioni attraverso le Tue parole che ora sempre più spesso trasmettono fiducia e speranza.
      Grazie, Patrizia... grazie con tutto il cuore.
      Mary

      Elimina