lunedì 17 ottobre 2011

Oggi è stata una giornata  nata con le buone intenzioni... ma andata diversamente...
Ce l'avevo messa tutta, però...
Era freddo stamattina... Finalmente, ho pensato e ho incominciato a muovermi secondo i punti del "programmino" preparato già da ieri... non troppo rigido e suscettibile sempre di cambiamenti.
Tolto il bucato steso ad asciugare perchè minacciava pioggia,  avrei preparato un pranzetto speciale... Ragù alla salsiccia un po' piccantina... cotolette con melanzane grigliate... in frigo avevo ancora un melone che qui da noi va col nome di "gialletto"... avrei affettato anche quello... e poi, "dulcis in fundo"... è il caso di dirlo... avrei preparato la "mia" famosa torta di mele. Ormai la conoscono tutti... vero?
Era un menù in armonia col giorno di festa... ma non solo per quello... Valeria, martedì prossimo andrà di nuovo via e volevo che mangiasse con gusto, i piatti a lei graditi...
Era stata la stessa cosa l'anno scorso...  Era lo stesso periodo quando aveva deciso di trasferirsi in un'altra città per trovare un'occupazione. L'ultima domenica che aveva pranzato a casa le avevo preparato il risotto coi funghi, il suo piatto preferito in assoluto. Dopo aver mangiato mi era venuta un po' di tristezza... In quel momento capivo che tutto mutava e non solo per me...
Un anno è passato... tante cose sono cambiate. Il lavoro è sempre così così... precario, ma questa non è una novità per nessuno... Il nostro "essere persona" è diverso... maturato attraverso eventi particolari inaspettati. Un po' di malinconia c'è ancora... però presto fugata dalla consapevolezza che TUTTO VA COME DEVE ANDARE e non può essere diversamente... Assecondiamo perciò gli eventi con l'ottimismo che va a favore della Vita...
La notte è ormai giunta... In questo giorno qualcosa è andato per il verso giusto... non tutto, ma non importa.
L'anno scorso postai uno stralcio da "Il Profeta" di Gibran Kalil Gibran... Voglio farlo di nuovo... ma con uno spirito diverso. Chi vorrà potrà andare indietro... all'archivio... fermarsi al 28 ottobre 2010... Capirà.


I figli non sono i vostri figli.
Essi sono i figli e le figlie della vita che brama se stessa.
Vengono per mezzo di voi ma non da voi,
e benchè essi siano con voi comunque non vi appartengono.
Potrete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
poichè essi hanno i loro pensieri.
Potrete ospitare i loro corpi ma non le loro anime,
perchè le loro anime abitano la casa del domani,
che voi non potrete visitare,
neppure nei vostri sogni.
Potete tentare di essere simili a loro,
ma non farli simili a voi.
La vita procede e non s'attarda sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive,
sono scoccati in avanti.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito,
e vi tende con forza
affinchè le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell'Arciere,
poichè come ama il volo della freccia,
così ama la fermezza dell'arco.
                                     da: "Il Profeta" di Gibran Kalil Gibran

10 commenti:

  1. grazie di cuore Mary per questi bellissimi versi che conoscevogià ma che fa sempre Bene rileggerli.
    Un abbraccio grandissimo mi raccomando lasciami una fetta della tua buonissima torta di mele .
    Un gioiosa giornata
    Pinuccia

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  2. Cara Mary, questi versi di Gibran mi hanno sempre colpita, e sicuramente se riusciro' a diventare mamma li terro' sempre presente....sono ritornata indietro al post del 28 Ottobre 2010, e mi sono ricordata di quando anch'io me ne sono andata, per motivi diversi(amore!) e nonostante fosse stata una mia scelta, il distacco dalla famiglia non e' stato facile....ancora oggi ogni volta che ci si rivede una gioia, quando si riparte c'e' tanta malinconia...
    Il tempo scorre, le nostre vite cambiano ma il legame che ognuno di noi ha con i propri genitori seppur lontani non cambia MAI!
    Un abbraccio a te e tua figlia!
    Cri.

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  3. E' sempre emozionante leggere il brano di Gibran..in poche righe ha racchiuso il senso di non appartenenza/dipendenza dei figli e come dovrebbe essere il nostro rapporto con loro. Ho letto con piacere il tuo precedente post e malgrado la consapevolezza del ritorno per una mamma è sempre tanto difficile lasciar andare i propri figli, ma si deve fare per il loro bene.
    Ti mando un abbraccio e grazie per le emozioni che condividi con noi.
    PS..Prima o poi la torta di mele me la vengo a magiare a casa tua!!

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  4. Spesso il rapporto con i figlio è unr apporto di possesso. Ed è terribile soprattutto quando i genitori non riescono a capirlo, a vederlo, parlano di affetto.

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  5. Infatti... cara Pinuccia. Anche a me piace molto rileggerli, soprattutto in certi momenti... quando ho l'impressione che tutto mi stia sfuggendo di mano. Sono parole di grande realismo ma riescono comunque a trasmettere serenità.
    Un bacio grande e una fettina di torta di mele... per ora virtuale... ma un domani... chissà?!
    Mary

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  6. Cara Cri... le Tue parole sono "da figlia", quindi mi donano una gioia in più. Sai... a noi mamme spesso sembra di non ricevere tanto in affetto... un po' perchè... è vero, non siamo mai contente... un po' perchè siete... diciamo... riservate?! E perciò sapere con certezza che VOI provate quello che proviamo NOI, diventa motivo di consolazione. Il legame... come giustamente dici Tu... è comunque forte e il giusto è sempre nel mezzo... meno apprensione da parte delle mamme... più affettuosità dai figli e l'equilibrio si raggiunge nella perfetta Armonia.
    Un abbraccione,
    Mary

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  7. E' difficilissimo... mia cara Costy... anche se si è consapevoli che deve essere così... si è sicuri del "ritorno", e di tutto il resto... E' proprio la "fisicità" che viene a mancare, quel contatto fisico che è dato dal guardarsi negli occhi quando si comunica... anche e persino litigando.
    Ma la Vita va così... e tra alti e bassi d'umore si continua ad... andare avanti... sempre madri... sempre figli.
    Un bacio grande grande grande,
    Mary
    P.S. Magari... io Ti aspetto!!!

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  8. "Possesso" e "Affetto" sono due cose ben diverse... come dici Tu, carissima... anche se sottile è la linea che li separa. Bisogna rendersi ben conto di tale diversità per non comportarsi da egoisti... i "figli" non sono un oggetto... una proprietà di cui vantarsi e andar fieri in quanto tale... Hanno la loro individualità che necessita di esprimersi in modo vario, spesso diverso dal nostro sentire. Ed è giusto così... Siamo stati figli anche Noi... è meglio ricordarselo.
    Un abbraccio,
    Mary

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  9. ciao Mary, bellissimi questi versi, sopratutto veri, i figli non sono nostri! quanta verità, un abbraccio

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  10. Cara... cara Pat... sempre nei miei pensieri...
    Un abbraccio grandissimo anche a Te, amica cara.
    Mary

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