E NON CONTANO QUESTI ANNI TRASCORSI (n.17) (Una pace "come si deve")

Non tanto per dire, ma come si conviene, nel suo significato autentico. Perché le parole sono importanti e comportano peso e responsabilità.

Ho i miei anni, e conservo tra i tanti ricordi consuetudini antiche ed espressioni entrate nell'uso comune come definizioni.

Una di queste è, "come si deve".

È un padre come si deve, un figlio come si deve.

Una ragazza sposata come si deve.

Quest'ultima espressione per indicare lo stato di illibatezza della giovane fino al matrimonio, ovviamente quello che si aveva cura di far sapere.

Come si deve, insomma... ché gli Altri fuori intendano e giudichino nel modo giusto, appunto... come si deve.

Ecco, tutto questo mi è venuto in mente stamattina, dopo gli ultimi aggiornamenti della guerra in Ucraina.

Perché non poter essere in pace Tutti "come si deve"?

Ove pace non è solo porre fine a tanto dolore, deporre le armi, bensì non averle proprio considerate perché alla base di una sana convivenza saranno sempre concordia, tolleranza e rispetto reciproco.

I miei pensieri vanno alti, vagano impauriti, non lo nego, e poi si posano per ricaricarsi in qualche modo, e ancora riprendono, sosta dopo sosta.

Intendono speranza sempre, e pace... pace come si deve.

"La pace non è assenza di guerra. È una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia.

- Baruch Spinoza -