E NON CONTANO QUESTI ANNI TRASCORSI (n.12) (Equilibri)

In quest'ultima situazione, crisi, conflitto, guerra, ognuno dice la sua, e nessuno la verità assoluta. Perché questa è al di sopra, oggettiva e gli uomini, quelli che la contrastano e coloro che intenderebbero proclamare, sono tremendamente soggettivi.

"Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro"...

Sta tutta qui, secondo me, la soluzione di ogni conflitto. Rammentata prima questa raccomandazione, anzi non ci sarebbe proprio.

Sarò estremamente chiara, l'uomo non riconosce più il divino che è in sé e gli darebbe pace, e lo sostituisce con un piacere effimero.

Perché l'uomo naturalmente aspira a sentirsi bene, in pace. Sbaglia modalità, perde di vista gli obiettivi.

Altrimenti non arriverebbe a fare tanto male. Scatenare un conflitto che degenerato coinvolgerebbe il mondo intero da una parte, dall'altra una resistenza che comporta decine e decine di vittime, e in mezzo chi è incapace di mediare e aiuta si, ma alimenta pure.

Qui la mente coi relativi disturbi c'entra fino ad un certo punto, è l'istinto bestiale a prevalere.

Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro...

E se pace volevate per Voi stessi, perché continuate con le guerre?

Si dovrebbe cominciare dal basso, dall'ordinaria normalità, resa speciale da una straordinarietà che fa bene a tutti.

Stamane sono stata in reparto per desiderio di una paziente che mi è affezionata...

Vieni lunedì... mi ha detto qualche giorno fa... e portami il tuo libro.

Così sono andata da Lei, e come un tempo prima di arrivare, sono stata trattenuta all'entrata da altre persone che mi avevano riconosciuta nonostante la lunga assenza e la mascherina.

E le infermiere poi, che dire? Un'accoglienza di un calore, ma di un calore...

Sono stata felice.

Beata normalità, viene voglia di perpetuarla, ché poi non sarebbe la fine del mondo a porre limiti nemmeno a pensarci. O no?