giovedì 24 settembre 2020

SETTE NOTE SETTE


Ieri mi ero persa nei pensieri mentre ascoltavo la melodia del pianoforte e guardavo le dita di Chi suonava muoversi rapide sui tasti come martelletti potenti.
Chissà se è un caso, oppure no... mi viene da pensare alla Musica come terapia.
Con la musica, dal subconscio si riportano alla luce i ricordi, che possono così contribuire a rendere libero il soggetto dalle angosce inconsapevoli. Soprattutto quando risulta difficile aprirsi con fiducia al dialogo e alla condivisione.
La Musica appartiene all'essere umano, è vita stessa. Nasce da un'ispirazione di pochi secondi, ma evolve in armonia secondo una "costruzione" precisa.
Sette note sette... da una "scala" all'Infinito, al Divino, all'Eterno.
Alcuni musicisti affermano di essere credenti grazie alla musica, in quanto le riconoscono una magnificenza non terrena.
Una similitudine coraggiosa, quasi un azzardo. Spero di non passare per folle.
Se il Dolore fosse musica, sarebbe uno spartito accartocciato, da portare in tasca.
Perché spesso presto ascolto al Dolore, e mi pare un'onda.
Un dolore profondo, un'ansia incalzante che si frange contro il duro scoglio dell'angoscia. Poi ancora diventa un crescendo fin quando raggiunge il punto più alto, la cresta. Lentamente discende, ad increspare l'animo in attesa di Chi ascolta.
Dopo mancano parole. In me solo quell'armonia unica di indimenticabili note.
Come per i tuoni e lo scrosciare della pioggia nella sonata n.17 di Beethoven, "La Tempesta".
Quanti pensieri slegati, simili ad emozioni che cercano di star dietro a note diesis e bemolle.
E prima di andare, un invito. Ascoltate questa originale versione strumentale di "Halleluja". Protagonista solo la Musica.
A domani...

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