lunedì 28 settembre 2020

IL REIKI - L'ENERGIA CHE È IN ME (L'equilibrio energetico)


La pratica del Reiki tende alla stabilità dell'energia.
Penso comunque che per ristabilire l'equilibrio energetico sia necessario averne avuto uno buono a monte. Conoscere bene se stessi, avere la consapevolezza delle proprie potenzialità e dei limiti, apprezzarsi nonostante questi, ovviamente cercando di migliorarsi senza però farne un dramma. Anche perché un limite potrebbe addirittura costituire un'opportunità più o meno celata.
E torno a parlare di me. Faccio mente locale, da quando cominciai a farmi domande e crearmi problemi.
Le mie potenzialità?
La buona memoria, l'intuito, il senso del dovere... magari quest'ultimo un po' esagerato, quasi un limite.
I miei limiti?
La timidezza e il bisogno continuo di conferme.
Dare priorità ai limiti annullò la stima di me stessa, quando invece sarebbe stato sufficiente essere com'ero senza ostinatamente cercare termini di paragone, confronti da cui venivo fuori sempre perdente.
Un'esperienza estrema mette di fronte a se stessi, nessuno a confronto nel bene e nel male, la voglia di "emergere" nel vero senso della parola, fa comprendere quanto ognuno sia davvero "unico" e apprezzabile per questa Sua unicità, doti e limiti compresi.
In rete ho trovato una favola molto bella, significativa della tradizione cinese. Apprezzarsi per quello che si è, non temere il giudizio altrui, è prova di grande "onestà", virtù oggi alquanto rara...
IL SEME DI KAORI
C’era una volta in Cina un principe che non aveva ancora trovato moglie. Il padre era preoccupato perché la legge stabiliva che alla sua morte il figlio poteva diventare imperatore solo se prima si fosse sposato.
Il principe seguì il consiglio di un saggio e decise di radunare a palazzo tutte le fanciulle del suo regno.
Il giorno stabilito si presentarono a palazzo le più belle e affascinanti fanciulle del regno, avvolte in abiti ricchi e luccicanti.
Tra loro c’era anche la figlia di una serva del re, Kaori, che non era bella. Non era neanche ricca. La madre aveva cercato inutilmente di trattenerla a casa.
Kaori era stata irremovibile, sarebbe andata a palazzo almeno per stare qualche minuto accanto al principe.
Il principe annunciò la sua sfida...
"A ciascuna di voi darò un seme, e colei che fra sei mesi mi porterà il fiore più bello diventerà mia sposa, la futura imperatrice”
Kaori prese il suo seme e appena tornata a casa, lo piantò in un grande vaso di argilla. Ogni giorno gli portava acqua, si assicurava che non patisse il freddo, che non assorbisse troppa umidità, che i raggi del sole non lo colpissero direttamente e troppo a lungo.
Dopo un mese dalla terra del vaso di terracotta non era spuntato alcun germoglio. Nulla. Kaori consultò anziani giardinieri, applicò i loro consigli. Non crebbe nulla. Dopo sei mesi il seme non era cresciuto. Niente. Neanche una minuscola fogliolina.
Arrivato il giorno dell’udienza dal principe, Kaori decise di portargli ugualmente il suo vaso, come segno del suo amore paziente.
Giunta a palazzo, Kaori si mise in fila dietro a centinaia di giovani donne che tenevano tra le mani fiori bellissimi, stupendi, dai profumi inebrianti. Il principe ammirava ogni fiore che passava davanti a lui.
Quando le si presentò davanti Kaori, il principe scrutò il vaso colmo solo di terra con grande attenzione. Dopo di lei sfilarono altre fanciulle, tutte orgogliose dei loro magnifici fiori. Alla fine il principe si alzò dal trono e annunciò la sua decisione...
“La mia sposa sarà quella giovane donna che tiene il vaso di terracotta da cui non è cresciuto alcun fiore”
Le altre reagirono malamente perché stupite da ciò che consideravano un'ingiustizia.
Il principe le fece tacere e poi spiegò le sue motivazioni ...
“Quella donna è l’unica che ha saputo far crescere il fiore dell’onestà. È degna di diventare imperatrice. I semi che vi ho dato erano senza vita, sterili. Non avrebbe mai potuto crescere nulla da quei semi”
Kaori e il principe si sposarono il primo giorno di primavera e la loro vita insieme fu felice.
Non serve competere a sgomitate, probabilmente la Vita chiede altro per il ruolo che dovrai sostenere.
Di certo niente per apparire ciò che non si è, ma tenacia e pazienza nel coltivare il meglio di sé, introvabile in altri perché unico.
L'immagine può contenere: pianta, fiore, spazio all'aperto e natura

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