domenica 8 gennaio 2017

ASCOLTARSI


Intera giornata trascorsa in casa. Responsabile il freddo, e non solo... in realtà volevo circondarmi di pace, intesa come silenzio rasserenante perché cercato e felicemente raggiunto. Poi avevo un po' di faccende arretrate da sbrigare, qualche addobbo da riporre... non tutto, faccio così ogni anno. Passaggio soft, ché non me ne accorga mentre progetto che cosa prenderà il posto di ciò che è stato fuori e dentro di me. E' la mia vita da quel tempo in poi, fatta di astuzie e piccole strategie, espedienti per vivere meglio e senza condizionamenti.
Sono stata in casa, dicevo... e fuori nevicava a mo' di tormenta. Un occhio al di là del vetro e le mani abituate, intente al risvolto del lenzuolo. Gesti meccanici che ritrovi complici quando hai da riflettere. Seguono il filo del pensiero, non chiedono niente, non contraddicono. Docili si piegano alla volontà.
E così ho preso a rilassarmi, come al solito pure a ricordare, e ancora una volta si è mitigato qualche rigore d'animo. Quello che serviva perché di continuo cerco un nuovo clima per l'animo.
Quello che vorrei come una stabile e perenne primavera. Dopo aver provato il gelo, quello noto, seguirono periodi alterni, ed euforia e pacatezza più volte si sono contesa la priorità. Ma cerco ora io la bella stagione interiore, ché almeno non sia guastato ciò che ho compreso e conquistato.
Il pomeriggio poi è trascorso tranquillo... qualche nota scritta, pensieri in libertà. Bucato ritirato, dritto e stecchito come baccalà. Mi passa per la testa una stupidata... non avrei voluto mai essere uno strofinaccio steso oggi ad asciugare. Idea bislacca, assurda come variazione sul tema. Servono anche cose come questa per aiutarsi a vivere, quando l'antico rimuginare ha fatto da rete a strascico nell'animo.
Tutto può servire per ritrovare l'armonia e quell'equilibrio, frutto di strategie, piccole gioie e preghiera.
Perché sia serenità continua dopo il dolore.

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