martedì 20 settembre 2016

LA BADANTE


O dovrei dire meglio... le badanti. Ne incontro diverse nelle mie mattine all'ospedale, molte omologabili alla "categoria", qualcuna... purtroppo non molte... che le rende onore, riqualificandola.
A tutto titolo, "caregiver"... colei che si prende cura.
Qualche giorno fa ho conosciuto l'ultima, e mai avrei pensato fosse una badante. Premurosa, sorridente, rimboccava il lenzuolo in modo così garbato e mentre lo faceva quasi sussurrava una specie di nenia...
Sei Sua figlia?... le ho chiesto... No, sono la badante...
E non ho potuto che farle i complimenti per quell'amorevole abnegazione che avevo notato.
Niente di che, nulla di speciale. E' come deve essere... ha replicato Lei... altrimenti meglio scegliere un altro mestiere.
Già, peccato che non tutte la pensino a questo modo, e per fortuna quelle poche così "quasi perfette" riescono a mettere in ombra le "mestieranti", più adatte al sollevamento pesi che ad alleggerire pene.
Da un po' di tempo ho pure rivisto una vecchia conoscenza di oltre trent'anni fa. Oggi fa la badante, un tempo è stata una fioraia, quella stessa che allestì il servizio floreale per il mio matrimonio.
Bene, un'ottima badante attualmente, anzi di sicuro meglio in questa veste che in quella antica. Gliel'ho anche detto, ed è scoppiata a ridere...
Ma quanto sei forte... sei sempre la stessa.
Frase fatta, come tutte quelle che usa per esprimersi. E' impostata su questa "modalità", e non si smuove ma è simpatica, accorta e suadente con la "Sua assistita". La segue sempre, non conta i minuti e quando la vede giù di corda, dice una delle Sue...
Tieniti forte, ché se cadi tu cado pure io.
Santa verità mascherata quasi bene, strana metafora capitata per caso.
Le badanti... se non ci fossero, comunque sarebbe stato necessario inventarle, scoprirle, e metterle su un podio. Poche e capaci e umane. Non hanno scordato di possedere un'anima.
E' di recente invenzione, invece un "robot" di nome MARIO, che dovrebbe prendersi cura degli anziani affetti da demenza senile. Occuparsi della sveglia, la somministrazione dei farmaci e di ciò che occorre come prima necessità. Naturalmente preimpostato secondo il caso.
Di certo comodo, efficiente, quasi sicuro finché non c'è "ERROR"... però mi chiedo, saprà sorridere ed asciugare una lacrima?

2 commenti:

  1. Ciao Mary,
    da tanto tempo non commento, ma spesso ti leggo, gli incipit in bachece, sempre!
    Il tema delle badanti è attualissimo e scottante, perchè a fronte di esempi luminosi come quello che descrivi, si sentono tante scelleratezze, dalla semplice incuria ai reati più efferrati. Noi ricordiamo il tempo in cui i vecchi erano accuditi dai familiari con rispetto e sacrificio e quello è l'esempio che anch'io ho avuto dai miei genitori, mancati troppo presto e il problema badanti non mi ha mai toccato da vicino. Pensando ad una prospettiva che mi auguro lontana, tra un un essereumano/non umano, forse è meglio un algido robot...(brividi!!)
    Ti ringrazio per gli spunti di riflessione che sempre arricchiscono i tuoi post e che hanno il valore aggiunto della tua esperienza e ti saluto con affetto:)))
    Marilena

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    Risposte
    1. Grazie, Marilena... sarà perché sono un'ottimista nel profondo io continuo a confidare nell'essere umano.
      Il robot potrà pure essere efficiente, ma come non può fare del male, altrettanto non sarà capace di spendere una parola né un sorriso.
      Senza contare che alla pari di ogni macchina si rompe pure.
      Un abbraccio...

      Mary

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