mercoledì 8 giugno 2011

Di quella canottiera che avrei dovuto indossare sotto la fascia tagliai una striscia della stessa lunghezza ma un po' più larga, in modo da poter ripiegarne i bordi all'interno della fascia stessa; cosa che naturalmente feci, così i margini di quell'elastico resi taglienti dalla tensione, non potevano più farmi male. Inoltre "mascherata" in questo modo, da qualche scollatura birichina o da una camicetta appena sbottonata, la fascia s'affacciava come fosse un top di cotone. E anche questa era fatta, ed ancora una volta potevo dirmi soddisfatta. Mi rimisi all'opera tra le faccende domestiche, i pranzi da preparare e le tante telefonate che ogni giorno mi arrivavano a testimonianza di solidarietà ed affetto. Pensavo di aver superato la cosa peggiore che mi potesse capitare, l'"effetto collaterale" della fascia, e invece mi sbagliavo. Di nuovo... già, perchè no? Non mi ero ancora ripresa dall'"ustione" che un altro accidente s'andava preparando. Dunque... martedì, visita dal chirurgo, mercoledì, fascia indossata, giovedì, ustione da contatto, venerdì... oh, venerdì, pausa per tirare profondo respiro di sollievo, e poi sabato... Sembrava fosse iniziato all'insegna del buon umore e dell'ottimismo, nonostante i fatti pregressi e la bustina acquario ancora al fianco; dopo tre giorni l'avrei tolta finalmente, bastava non pensarci e far finta di niente. Questa almeno era la mia intenzione, se fosse stata possibile. Arrivato il pomeriggio inoltrato cominciai a prepararmi per la sera; con l'amore della mia vita saremmo andati come ogni sabato da Massimo, in pizzeria e lì avremmo passato un po' di tempo noi due soli, in mezzo ad altra gente, è vero, ma solo noi due... dopo la bufera. Mi preparai con cura, indossai una camicetta nuova, bianca, ero riuscita persino a mascherare alla grande la bustina acquario, creando una specie di sacca all'interno della sblusatura della camicia, poi mi truccai un po', un tratto di matita agli occhi, un velo di gloss madreperlato sulle labbra e via... Dovevo andare dal compagno della mia vita che era ancora al lavoro, presi l'auto e partii. Guidare quei primi giorni non mi era proprio facilissimo, ma io volevo fare tutto come prima quindi non ci pensavo più di tanto e andavo avanti, è il caso di dirlo, per la mia strada.

2 commenti:

  1. ehmmm..ti sei dimenticata di mettere "To Be Continued"??? e mica ci lasci così nel limbo..ihihihi..

    Buona giornata Mary ;)

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  2. Cara, certo che "continua", e continua, continua... Altrimenti che senso avrebbe "continuare a..."?

    Un abbraccio forte.

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