sabato 20 novembre 2010

Marta mi chiamò per attaccarmi la flebo; Marta era una delle infermiere, la mia forza rassicurante, così l'ho definita,che pure faceva gli occhi lucidi quando le mie vene giocavano a nascondino o si rompevano all'iniziale pressione dell'ago. Non avrebbe mai voluto farmi sentire dolore, per questo prima di cominciare si faceva il segno di croce e poi procedeva, purtoppo a volte non funzionava e allora diventava paonazza e mi chiedeva scusa. Povera Marta! Ma scusa perchè? Per aver cercato di domare le mie vene "profonde e sottili?" Fosse dipeso da lei...Mi accompagnò in una stanza dove c'erano quattro poltrone molto simili a quella del dentista, "Scegliti il posto", mi disse ed io istintivamente e in fretta andai ad accomodarmi su quella accanto alla finestra; un'altra era occupata da Lucia, una signora gioviale e solare che aveva già percorso la mia stessa strada, stava bene e sorrideva, anche se era lì per fare terapia a causa dei dolori alle articolazioni dovuti all'osteoporosi. Vedendomi imbambolata, impacciata nel sistemarmi sulla poltrona e con gli occhi che tradivano certamente un forte turbamento, cominciò a raccontarmi la sua storia, come aveva scoperto il tumore al seno casualmente, anzi come lo aveva scoperto il medico da cui era andata per dei calcoli alla cistifellea, come aveva vissuto la mastectomia e la ricostruzione superando tutto senza mai disperarsi e considerandosi molto fortunata: doveva proprio ringraziare i suoi calcoli e lo aveva fatto non togliendoli più, ormai li aveva quasi dimenticati perchè non le davano più fastidio. La sua flebo terminò presto e prima di andar via mi salutò con un altro bel sorriso,"Auguri cara, e forza perchè ce la fai: poche lacrime, anzi nessuna lacrima e tanti sorrisi." Le risposi con un battito di ciglia perchè le parole mi morirono in gola. "Marta, lo sai che Lucia mi ha fatto sentire un po' meglio? Era così sorridente , sembrava che non fosse mai stata malata e che stesse raccontando la vicenda di un'altra persona." "Lo so, per questo ti ho messo nella stessa stanza; Lucia è sempre stata così dal primo giorno, è contagiosa, noi l'usiamo, come dire...a scopo terapeutico e la cura funziona sempre."

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