giovedì 28 febbraio 2013


Liberarsi dai sentimenti negativi... può rappresentare una svolta... lasciarsi scivolare nella  pacatezza  della  vita
"Viaggiare in positività" quando da troppo tempo si vive la sofferenza, rappresenta un impegno difficile. Tuttavia converrebbe provare almeno a far piazza pulita dei sentimenti di amarezza e disperazione... potrebbe rappresentare una svolta.






"Non ce la faccio più, sono stanca... Vorrei... morire." E il viso pallido aveva preso colore.
Perplessa, all'improvviso ho sentito tutta l'inadeguatezza del mio sorriso all'ingresso in quella stanza... almeno di un certo tipo di sorriso e poi il modificarsi dello stesso in vaga espressione di serenità. Così era molto meglio.
Quando ero entrata Le avevo posto sotto gli occhi la "dolce scatola" senza presentarmi, non lo faccio mai perchè lo trovo inutile, dal momento che indosso il camice... da un lato il "fiocchetto" verde-blu, dall'altro la "foto" con il nome, comunque... voglio dire, non mi presento per... "qualifica". Che cosa aggiunge infatti... sono una volontaria... se si vede? I volontari, secondo me hanno poco da sprecar fiato con parole inutili e piuttosto da agire, per quel che possono e dando il massimo di sè.
Mi scuso... ho aperto al mio solito una parentesi, però chiusa subito anche perchè opinione mia personale e non certo "dogma" di verità assoluta.
Dicevo... Le avevo offerto di prendere una caramella, un cioccolatino dalla scatola e aveva accettato di buon grado... una "dolcezza" al caffè, e l'aveva posata sul letto accanto a sè.
Avrei dovuto capire... inconsciamente aveva "accettato" un mix dolce-amaro, come gli anni che l'avevano vista tanto vulnerabile.
"Sono 23 anni che combatto... ne ho viste e passate di tutti i colori...", e dicendo così si era sollevata e posta a sedere sul letto, e con un filo di voce a causa anche di una corda vocale intaccata "forse" da un tumore, aveva cominciato a "raccontarsi" con uno strazio tale, una sofferenza talmente palpabile che ho dovuto sedermi anch'io.
Non ho saputo replicare in modo convincente... almeno, mi sentivo parlare ma ero poco convinta.
Ma come si fa... che cosa si può dire ad una persona che di sicuro ha avuto un tumore di pochi millimetri al seno per cui non Le è stata tolta l'intera mammella, non ha fatto nemmeno la chemioterapia, solo "un po'" di radioterapia... eppure di lì sono cominciati tutti i Suoi guai? "Forse" un tumore al rene... quindi priva di un rene.... "forse" un tumore al polmone o... forse no... "forse" anche al cervello, ma a guardar bene, no perchè ad un controllo non c'era più niente, allora forse era una serie di ematomi poi scomparsi... e intanto le molte terapie, troppe che Le avevano causato il reflusso gastro-esofageo per cui non può mangiare praticamente nulla senza avere acidità o vomitare. Troppi "forse"... e nessuna certezza se non quella di soffrire in un modo o nell'altro.
"... e a tutto ciò si aggiunge anche la solitudine...", e le lacrime non finivano di venir giù.
Che cosa dire quando si ascolta tanto dolore? Come si può offrire un sorriso se non con una punta di amarezza, magari mascherata ma viva, sincera?
Prima di andare via sono tornata a salutarla...
"Tu credi?", mi ha chiesto... "Sì...", "Allora... prega che io muoia...", "No", Le ho risposto in tono deciso, anche con una certa durezza..."... no, io prego, indegnamente prego, ma solo per la Vita."
L'ho abbracciata... e sono andata via.

4 commenti:

  1. Cara Mary tante cose sarebbe bello!!! ma questo non è possibile, e siamo costretti a continuare.
    Ciao con un abbraccio forte forte.
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, si continua, Amico mio... senza sosta e mai perdere la speranza. Comunque vada.
      Un abbraccio,
      Mary

      Elimina
  2. Dolce amica mia tu ...non preghi indegnamente...perche' la tua opera svolta con tanta umiltà ogni giorno, arriva direttamente lassu'..
    Con affetto un bacio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara... lo spero davvero. Soprattutto perchè Tutti in una condizione di vulnerabilità e sofferenza riescano a vedere oltre per non morire dentro.
      "Morire dentro" è la fine della speranza, la perdita di ogni forza... non si lotta più, è la resa definitiva.
      Tutto ciò mi addolora più della stessa morte.
      Da quando è iniziata questa "mia storia" io sorrido sempre, anche quando non mi va, per disorientare quella parte di me che vorrebbe gettar la spugna, teme il futuro, si paralizza quando sente di una rivincita della malattia.
      Sorrido sorrido e così dimentico i brutti pensieri o almeno li metto in pausa. E gli Altri? Non mancheranno, perchè avranno visto ciò che ho voluto Loro mostrare.
      Con altrettanto affetto... tanti baci!
      Mary

      Elimina