martedì 19 febbraio 2013

Quando dicevo: "Il mio piede vacilla", la tua grazia, Signore, mi ha sostenuto. Quand'ero oppresso dall'angoscia, il tuo conforto mi ha consolato... il Signore è mia difesa, roccia del mio rifugio è il mio Dio.
(Salmo 94)





Nel mio continuo "errare" alla ricerca di me stessa, mi trovo... poi mi perdo ancora, e di nuovo mi ritrovo... come su un'altalena a sorridere quando sono su, in alto... ad aver paura se avverto il rischio, quasi la certezza del pericolo.
Il mio piede, perciò non smette mai di vacillare e avverto la necessità di un aiuto indispensabile... per non cadere.
E non vengo meno perchè resta in me forte e genuina, l'"umiltà del mendicante"... che non prova vergogna  ed aspetta.
Trovo questa espressione di un'efficacia straordinaria, l'ho ascoltata stasera all'incontro col gruppo di cui faccio parte e l'ho subito "adottata" per adattarla a me. Essere umili nel chiedere, perfettamente consapevoli della propria inadeguatezza... ed arriva provvidenziale la "mano che cercavi"... a sollevare, fermare, accarezzare. Chi credente non è, avendo bisogno di fisicità reale potrebbe replicare che è solo nell'uomo stesso, nella psiche la capacità di alzarsi dopo la "caduta"... fermarsi in tempo per non ricadere... e la "carezza"?... la troverebbe nel desiderio poi realizzato di non pensarci più e continuare.
Che si pensi così va anche bene... basta credere in qualcosa e andare avanti.
Per Chi è credente... pure questa è opera di Dio.
Ricordo...
... quando il tumore si manifestò in maniera eclatante, sentii subito il peso della cosa, intuii la gravità della situazione... eppure non volli subito accettare la realtà. Lasciai trascorrere ben due mesi prima di decidermi a far qualcosa, la paura mi paralizzava... l'angoscia mi schiacciò per tutto il tempo. In queste condizioni, è chiaro... sarei impazzita, perchè anche due soli mesi possono rappresentare un'eternità quando senti di essere come sull'orlo di un baratro, però capii che da sola non ce l'avrei mai fatta... ero, sono credente e mi "affidai" a LUI... mi assegnava una prova? Doveva darmi i "sussidi" per superarla, no?
Con LUI ho parlato a tu per tu tante volte... davanti a LUI ho pianto senza ritegno per poi ritrovarmi con gli occhi perfettamente asciutti e dopo un po' anche con il sorriso ed un'incredibile serenità d'animo.
Il tempo è trascorso... da allora ormai quasi tre anni... sono adesso quello che non ero, solo perchè non "sapevo"... ho imparato, conosciuto... oggi "posso" perchè "voglio".

4 commenti:

  1. Cara Mary, rieccomi dopo un podi riposo!
    Una triste notizia, arrivata questa mattina, una mia cognata ci ha lasciato, era sorella di mia moglie.
    Tomaso

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    1. Vi sono vicina, caro Tomaso... la perdita di una persona cara lascia un vuoto incolmabile. Bisogna comunque andare avanti con fiducia e speranza... la Vita a volte appare ingiusta ma in realtà è un grande disegno, un'opera in cui veniamo chiamati ad essere Tutti protagonisti.
      Un abbraccio...
      Mary

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  2. E' sempre bello leggerti cara Amica mia... Buon proseguimento di giornata. Baci.

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    1. Anche per me è una grande gioia leggere ogni volta un Tuo commento.
      So che mi sei vicina... sempre.
      Un immenso abbraccio.
      Mary

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