martedì 15 gennaio 2013

"Lottare, cercare, rialzarsi...
     Sperare, credere..."

                          "... e guarirai da tutte le malattie,
                           perchè sei un essere speciale..."


"Le uniche persone che possono veramente conoscere la tua storia, sono quelle che ti hanno aiutato a scriverla..."







Il mio "primo giorno" trascorreva mentre cercavo di far mia ogni parola, espressione che mi veniva donata.
Come Chi davanti a tanti doni non sa quale scartare per primo per poterne gioire, così io quasi mi affannavo... pensavo, a questo non c'ho mai pensato oppure... è vero, è capitato anche a me e com'è che l'avevo scordato?
Insegnamenti, ricordi che si aggiungevano e ritornavano senza far peso sul mio animo ma lievi come carezze confortavano una sofferenza solo sopita dal tempo.
Continuavamo il Nostro giro per le stanze e in una ho ritrovato un'Amica di recente conoscenza, la chiamerò... "leonessa ferita"... perchè appare così, fiera ma vulnerabile nel Suo particolare momento e schiva nel farsi vedere tale. Stava vivendo quel Suo secondo "incontro" con la terapia con l'ansia a tratti mal celata del "giorno dopo"... Starò tanto male come l'altra volta? Non voglio soffrire... almeno questo che sia risparmiato.
Le stringevo, accarezzavo la mano e davvero mi sentivo con Lei... mi pareva così di infonderle la certezza che sarebbe stato ciò che desiderava.
Chissà se lo è stato veramente... chissà?!
La mia "tutor" intanto si era spostata in un'altra stanza... "Io continuo...", aveva detto... "... tu resta pure, per questo tipo di argomenti certamente ne sai più di me." Dopo un po' avrei comunque dovuto seguirla... nessuno infatti deve sentirsi più o meno privilegiato per conforto, in una condizione di sofferto disagio come è quella di un paziente oncologico. Così anche se il Cuore avrebbe voluto trattenermi, sono andata altrove... in una stanza dove erano quattro pazienti, un uomo anziano e tre donne. Una di queste, saputo che anch'io avevo vissuto la stessa avventura e vedendo la  mia "buona cera", ad un certo punto mi ha chiesto... "Ma quale male è meglio, quello al seno o alla pancia?"
Mah... io non sono certo un medico, le mie competenze sono praticamente nulle però mi son sentita di risponderle... "Nè l'uno nè l'altro oppure l'uno e l'altro... tutto dipende dalla forza che ci mettiamo e dalla volontà di non nasconderci... come bestie colpite... per lasciarci morire".
In breve tempo sono riuscita a catturare l'attenzione generale e nessuno è stato "troppo serio"... non più.
Poi... passato il tempo...
A presto, Amici miei... e mi sono congedata da quel "primo impegno" che pur importante, tuttavia non mi era pesato più di tanto.


               











                                                                               

2 commenti:

  1. Mi piace molto questa canzone Mary.
    Serena Giornata e un abbraccio.

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  2. E' stupenda, cara Ale... ricca di significati, cruda ma anche consolatoria. Armonia per Chi soffre e Chi consola.
    Un abbraccio forte ed affettuoso.
    Mary

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