domenica 13 gennaio 2013

Immagine dal WEB
"La migliore difesa-corazza dalla curiosità e dagli atteggiamenti di paura o di pietà degli altri è il camminare a testa alta."


Arrivate in reparto, ci siamo dirette verso l'accettazione... Lei per chiedere informazioni, io per firmare il primo rigo del mio foglio di servizio. Poco prima l'avevo abbracciata... "Devi essere forte e non perdere la speranza... per i figli, per Te ma soprattutto per trasmetterla a Tuo marito...", "Ah... questo sì, Lui è in semi-coma ma fino a quando nei Suoi momenti di lucidità se gli chiedo un bacio me lo dona con la sola mimica delle labbra, io ci credo che può continuare, che non finirà.", "Se vuoi... se c'incontreremo ancora, posso darti il mio numero di telefono... anche solo per essere ascoltata...", "Grazie...", è stata la Sua risposta... e poi  a ciascuna il Suo seguito di Vita.
Iniziava così il "mio primo giorno" con un incontro che era quasi il "programma" di ciò che avrei vissuto da allora in poi in quella "veste", anche se per me non era affatto nuova anzi era ormai divenuta "corazza" a difesa della mia vulnerabilità. Dovevo comunque comportarmi da tirocinante, giustamente seguire le modalità in uso, rispettando il camice che indossavo e che faceva, rispetto al passato... la differenza, differenza soltanto esteriore... sia ben inteso, perchè quella vera si sa, la fa solo il Cuore.
 Il mio tutor, una volontaria di esperienza  prima mi ha presentato alle infermiere che in un certo senso mi conoscevano già, poi insieme abbiamo iniziato il giro delle stanze...
"Prendete una caramella?"
Nella stanza con due letti c'erano una signora semi-sdraiata quasi al termine della flebo e un signore sui settant'anni, coperto fino al collo e con un berretto blu...
"Prendete una caramella?", "No... non posso! DIA...", "... dia... cosa?" , "... ho il DIABETE! Antico, atavico... tanto per non farci mancare proprio niente... perchè è così ma non mi voglio lamentare, ho avuto una bella vita dopo tutto. Anzi... la conoscete la fiaba di Dio che mandò San Pietro sulla Terra?".
E quello che a prima vista sembrava essere una persona di poche parole che preferiva stare tranquillamente per conto proprio, stava per rivelarsi invece molto loquace oltre che dotato di straordinaria saggezza e serenità... nonostante tutto.








3 commenti:

  1. Mary, ho capito bene? Stai facendo la volontaria in un reparto oncologico per dare sostegno ai ricoverati? Se sì, ti faccio i miei migliori auguri e ti dico che la mia collega più cara, che ha perso un figlio di 26 anni, 5 anni fa, mi ha detto che sta pensando di farlo, che forse potrebbe essere un modo per rendere disponibile il suo dolore e distribuire l'amore che a suo figlio non può più dare. Ma credo che ancora non sia pronta.
    Un abbraccio, cara e forza!

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  2. Elaborare il dolore, Linda cara non è mai cosa semplice... devi seguire in un certo senso il Cuore. Se quasi d'istinto senti di non poter fare altro, è bene seguire quella voce che viene dal profondo, altrimenti... non può essere cosa troppo pensata, così non sarai mai pronto.
    Io in effetti il reparto oncologico non l'ho mai abbandonato... ne ho fatto la mia casa perchè lì davvero mi sentivo bene, affatto "estranea" e partecipe ad ogni tipo di problematica. Sono una volontaria che si è fatta da sè, strada facendo ed ora muovo i veri "primi passi" sicuri.
    GRAZIE, Linda...sei sempre tanto cara.
    Mary

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  3. Bisogna essere forti... avere tanta forza di volontà. Ma non sempre è possibile. Lo so, ci sono famiglie che stanno peggio. Ma le giornate non sono tutte uguali. Un bacione Mary.

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