sabato 19 gennaio 2013

"CANCELLARE LE CICATRICI DEL CORPO E DELL'ANIMA..."


Anche se non del tutto, sento di dover dare credito a Chi mi dice che non è vero che per la malattia io sia cambiata, diventata una persona completamente nuova... "quel che eri in realtà è venuto fuori, e se è il meglio vuol dire che eri già così, buona e brava".
Immagine dal WEB
La mia natura fondamentalmente schiva porta a ridimensionare una definizione di me che detta in tempo di totale destabilizzazione era consolatoria, oggi invece appare un tantino esagerata. Che son tornata quel che ero, notevolmente "elevata all'ennesima potenza" però è vero. Mi riferisco in particolare a qualcosa di molto semplice... terra terra, niente a che vedere con le qualità dell'animo e gli aspetti gradevoli di un buon carattere.
Mi è tornata la voglia di leggere e quella che era una volta un'attitudine, una propensione che si traduceva in un modo proficuo di occupare il tempo libero, ora è diventata una "passione travolgente". Leggo di tutto e con estrema ed elastica facilità passo dalla narrativa alla saggistica, dalla poesia alla critica... anche contemporaneamente, ritenendo ogni "capitolo" o "brano" o "verso" ben impresso nella memoria, distinto e separato da altro... come conservato ordinatamente in un proprio spazio ma pronto secondo la necessità.
Perchè "leggere" arricchisce Mente e Cuore, questo si sa tanto da sembrare quasi luogo comune... ma "leggere" può anche stimolare lo spirito critico magari sopito dall'erronea convinzione che Altri, soprattutto Chi fa della "scrittura" la propria professione ne sa di più in assoluto.
E'capitato a me proprio stasera...
Leggevo la parte introduttiva di un testo acquistato di recente, "C'era una volta un cancro", storie di donne che hanno fatto a pugni con la loro malattia e hanno vinto. La sezione curata da uno specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica mi è parsa alquanto generica in quanto tratta in modo unico e assoluto il disagio derivante da un cancro mutilante. E' vero che grande è la sofferenza derivante dalla perdita di una parte di Te stesso, ma non credo che si possa passare ad una completa disistima solo perchè Ti guardi allo specchio e non sei più TU. TU sei sempre lo stesso o la stessa anzi ancora di più perchè quasi costretto o costretta a vedere altro che poi è anche il meglio... ciò che resterà fino alla fine.
Per me il trauma della mastectomia è durato lo spazio di 24 ore, il tempo della diagnosi del carcinoma per cui avrei dovuto perdere la mammella destra... un giorno e basta. Poi non c'ho pensato più... col mio seno presi immediatamente le distanze e se avessi potuto non avrei aspettato nemmeno quei tre mesi della neo-adiuvante... me lo sarei tolto da sola!

2 commenti:

  1. Buon fine settimana cara Mary!
    Qui siamo coperti dalla neve.
    Tomaso

    RispondiElimina
  2. Allora... Buona Domenica... innevata, Amico mio!
    Un caro abbraccio,
    Mary

    RispondiElimina