sabato 2 ottobre 2010

Un piccolo mondo fatto di quattro realtà diverse in momenti non facili dell'esistenza; questo percepivo intorno a me e sembrava che al di fuori di quella stanza non ci fosse altro. Invece bastava affacciarsi al corridoio e altre situazioni ti venivano incontro e non potevi fare a meno di sentirti parte di un universo, una piccolissima parte. In verità dovrebbe essere sempre così, non focalizzarsi solo su se stessi pensando di essere gli unici perseguitati da una ria sorte, ma guardarsi indietro perchè c'è sempre chi segue,  in difficoltà e a volte anche in solitudine. Prima che la mia malattia si manifestasse, riflettendo sulla mia vita fino ad allora, avvertivo dei brividi, pensavo che tutto potesse finire in un attimo e del resto per quale privilegio a me doveva essere risparmiato un qualcosa di spiacevole? Per questo ,anche se angosciata, non ho mai detto: perchè proprio a me? In seguito, con una ritrovata serenità sarei arrivata a dire persino: meglio a me ! Perchè scoprivo di avere una forza insperata e una grande volontà, due doni che tutti hanno in potenza ma non tutti riescono a mettere in atto.
In ospedale avevo tanto tempo per pensare a ciò che era stato e che poteva essere per me; avevo speso i tre quarti della vita in modo non giusto, l'avevo sprecato, ora  volevo recuperare l'altro quarto e sentirmi finalmente appagata, dopo aver dato un senso alla mia esistenza.
Il sabato era terminato, e mentre le mie compagne dormivano, nel bagno parlavo al telefono con Valeria. Mi chiamava ogni sera, per farmi compagnia e augurarmi la buonanotte; a casa non succedeva sempre perchè la consideravamo cosa scontata e così eravamo lontane, ora invece,  lontane fisicamente sentivamo il bisogno di essere vicine e lo facevamo in modo semplice , con poche parole e tanto amore.

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