lunedì 4 ottobre 2010

Quando la mia mente è stanca di tanti pensieri e opinioni, dubbi, domande e risposte, mi piace mandarla " a ricreazione " inventandomi dei giochi, degli scherzi di fantasia, così io mi rilasso e lei riposa per poi ricaricarsi e riprendere la sua " frenetica " attività ( eh, sì a volte penso davvero troppo! ). In una di queste divagazioni ho pensato se per assurdo si potesse definire ogni nostra giornata con un colore o un aggettivo, o magari con entrambi!?! Da una tavolozza degna di un artista, con il sottofondo di un allegretto ma non troppo verrebbe fuori una magnifica sintesi di stati d'animo ed emozioni, la tela su cui è rappresentata la nostra vita.
Allora, vediamo, per quella domenica in ospedale, come colore il rosa va bene, e l'aggettivo adatto " dolce " è perfetto. Non poteva essere che rosa , perchè un giorno di festa ,senza esami, con i medici che ti vengono a far visita per dirti buongiorno, con un cielo azzurro come solo marzo te lo può dare in un anticipo di primavera, con l'affetto e il calore di chi ti sta intorno e ti vuole bene. Per l'aggettivo poi tanti sono i motivi e tanti sono stati gli effetti che quella "dolcezza " ha causato, come benefica terapia  potenziando la mia capacità di reagire che giaceva sopita sotto un inutile vittimismo e un vuoto piangersi addosso.
Già dalla sera precedente con le mie  "amiche " di stanza avevamo deciso di andare a Messa tutte insieme; così ci eravamo accordate per i turni in bagno della mattina, perchè per le nove dovevamo essere giù in cappella. Eravamo straordinariamente euforiche per una cosa così semplice ma per noi tanto bella perchè esulava da quella nostra routine di ansia e,  diciamo pure di sofferenza. Ci eravamo addormentate serene in un clima che molto somigliava a quello che può respirare una scolaresca ad una gita scolastica.

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