martedì 12 ottobre 2010

Evidentemente fu palese nel mio sguardo un certo sgomento perchè il dottore si riprese: " Quanto le serve? " " Di che cosa? " " Quanti anni le servono? " " Beh, per tutto quello che non ho fatto e per ciò che mi aspetto dalla vita vorrei vivere ancora una ventina d'anni, poi non so se chiedo troppo. " " Venti anni? Facciamo trenta e non ne parliamo più. Perchè altrimenti dovrebbe rivolgersi direttamente..." Dicendo così indicò il cielo e sorrise di nuovo; intendeva sdrammatizzare la naturale tensione del momento e scherzava, tornava ad esser serio e gli occhi , incupiti perdevano la loro luce. " Perderò i capelli? " Glielo chiesi quasi a bruciapelo. Mi rispose in modo secco, questa volta guardandomi negli occhi, lui, oncologo che tante volte si era trovato a dover affrontare situazioni molto più difficili. " Sì, sarei falso se dicessi il contrario o raccontassi una mezza verità, però posso assicurare che ricresceranno, saranno molto più belli e tutto avverrà in fretta. " " Quando incominceremo? " Dipendesse da me inizierei già da domani, ma ho bisogno dell'esito dell'agobiopsia, altrimenti ho le mani legate. "L'agobiopsia??! Ma io non l'avevo fatta! E poi che cos'era? Non si finiva mai! " Quando avrà l'esito potrà venire da me in qualsiasi momento, senza appuntamento e inizieremo subito,perchè,questo glielo voglio dire da noi non sarà mai trattata come un numero ma da persona con umanità e rispetto." Così si concluse il colloquio; era stato chiaro, sereno, senza concessioni per la compassione, un discorso forte, teso ad informarmi perchè non perdessi la fiducia e mi ancorassi ancor più saldamente alla vita.

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