sabato 23 ottobre 2010

L'odore del sedano,  nel brodo che bolliva piano sul fornello aveva invaso la cucina, mentre sistemavo la mia roba nei cassetti. Fuori la giornata era piuttosto grigia ma dentro avevo il sole; nonostante tutto mi sentivo quasi una privilegiata perchè non avrei mai pensato di aver dovuto affrontare e vivere una cosa del genere con tanta pacatezza, continuando a...fare le cose di tutti i giorni. E d'altra parte quel fare le cose di tutti i giorni  costituiva un'altra delle tante armi per combattere e vincere il tumore. La mattinata trascorse così, qualche faccenda, tante telefonate che mi diedero una spinta in più e la giocosità della mia cagnolina che mi saltellava intorno. Che altro potevo volere? Vivevo una vita normale in una situazione palesemente non normale, tutto sommato andava bene così. A tavola, tutti e quattro insieme, come un sabato qualunque pregustando la gioia del giorno dopo, sembrava che quei dieci giorni non ci fossero proprio stati, anche se di tanto in tanto si ritornava sull'argomento ma in modo più disteso e con uno stato di attesa e di speranza.
Nel pomeriggio mi preparai per andare da mamma Ripalta; presi l'auto e mi avviai. Durante il tragitto gli occhi andavano alle vetrine dei negozi e dei bar, ai tabelloni pubblicitari: tra un po' sarebbe stata Pasqua! Erano passati tre mesi ed io non me n'ero accorta; il tempo s'era come fermato, rimasto immobile, cristallizzato e in questa fragilità lo mantenevo ibernato per ridargli calore un giorno, chissà quando.

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