venerdì 10 febbraio 2017

FUMO E PROFUMO DELLA LEGNA CHE ARDE



Passato il gelo, e qualche scossone pure, sono ripresi i Nostri Mercoledì.
In verità, mi sono lasciata trascinare, così che avviandomi ero poco convinta. Sentivo tanta stanchezza sulle spalle e un po' di ansia per qualche nuvola nel mio cielo, che poi sarebbe il cielo di tutta la famiglia, ma chissà com'è, greve e minaccioso è sempre e solo per me.
Perché ci stai troppo a pensare... dice qualcuno, e forse è vero, però che posso farci se a volte mi sento al pari di un foglio di carta velina? Sottile, quasi trasparente ma tanto facile a stropicciarsi o diventare carta straccia.
A parte queste considerazioni che fanno ben comprendere lo stato d'animo ad inizio giornata, comunque siamo partiti. Tempo variabile con cielo plumbeo a tratti e strana luminosità ad ogni curva. Poi un rettilineo che pareva non finire. Mi sono appisolata. Un fondo strada piuttosto scabroso mi ha svegliato in modo brusco, ma ormai eravamo giunti alla meta... Gambatesa, un paese in provincia di Campobasso.
Apparso sull'altura come dal nulla, sembrava riportare ad un millennio fa. Tipicamente medievale nell'aspetto da lontano, ancora di più all'interno, passeggiando per i vicoli stretti e solitari, nell'assoluto silenzio, dove unica fisicità era il fumo che veniva fuori dai comignoli delle case e il profumo della legna che arde. Solo questo faceva intendere che c'erano anime vive.
C'è da dire pure che Noi abbiamo una predilezione nonché capacità di scelta per luoghi del genere, dove poter ritrovarci da soli con Noi stessi. In due, ma ognuno con sé. In questo almeno sono riuscita a coinvolgere del tutto Chi mi sta vicino. Mentre Lui mi "travolge" con la Sua passione per i castelli medievali. Anche a Gambatesa ne abbiamo trovato uno, sicuramente il più bello fino ad ora.
Varie sale intercomunicanti dai nomi affascinanti... Sala delle virtù, del canneto, delle maschere, ed altre ancora, e tutte dalle pareti decorate con affreschi ben visibili. Davvero uno spettacolo.
Una rapida visita quindi, e poi di nuovo per vicoli e scale, lungo i belvedere caratterizzati da croci viarie.
In piazza, una statua dell'Immacolata Concezione che pare guardare in ogni direzione, e poi un particolare curioso, anzi proprio strano. In mezzo ad un ampio prato un vero carrarmato. Probabilmente un relitto di guerra, ma perché tenuto così e in un posto dove non si azzuffano nemmeno cani e gatti?
Un controsenso, anzi un paradosso che alla fine esalta la quiete del luogo.

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