domenica 16 ottobre 2016

15 OTTOBRE 2010 - 15 OTTOBRE 2016


Un anniversario. Poche parole.
Oggi... le stesse lacrime. Ma senza una causa precisa.
O forse, si. Inspiegabile.
venerdì 15 ottobre 2010
Stasera sono stanca, molto stanca. Mi sento come se stessi partecipando all' Olimpiade della mia vita, un'enorme competizione, di grande portata, con tante gare da affrontare e da vincere a tutti i costi. Oggi ho vinto la prima veramente importante. Dopo quattro cicli di rossa e dodici infusioni di Taxolo è finita!
La risposta è stata più che positiva, la TAC non ha rilevato presenza di metastasi ed è finita!
Eppure è strano: voglio piangere e piango davvero. Finisci una gara, la vinci anche e piangi. Piangi di gioia, di stanchezza, piangi perché ricordi l'impegno e la fatica che c'hai messo per raggiungere quel traguardo, piangi perché sai che non puoi fermarti, devi andare avanti senza illuderti, senza adagiarti perché la forza va allenata, altrimenti perde di energia ed un'altra volta potrebbe non avere la stessa efficacia. La penso così, forse è una specie di delirio il mio, ma di delirio in delirio percorro questo cammino, mi pongo delle sfide e le vinco. Per ora è 1 a 0 per me, però so che devo stare all'erta, cauta, guardinga, ma serena.
Ed ecco che ritorna la " serenità " a farla da padrona, la mia " cara Signora " che voglio sempre accanto a me, che "il mio dottore" (non voglio più usare le iniziali puntate quando parlo di lui, sarebbe troppo freddo e distaccato farlo e non lo merita) mi ha sempre raccomandato come arma per poter guarire, offrendomi il suo appoggio fin dal primo giorno. Allora avevo tanta paura, però di una cosa ero sicura, VOLEVO VIVERE, e l'avrei gridato con tutte le mie forze, mi bastò dirlo a lui quasi sommessamente ma con determinazione e mi rispose... "Ti aiuterò", e così è stato. Oggi quando mi ha detto che questa fase è conclusa, gli ho chiesto... ed ora?... la sua risposta è stata, "Mi devi solo voler bene", alludendo ad un mutuo scambio di dono e gratitudine, quest'ultima davvero grande da parte mia verso chi con tanto scrupolo e umanità mi ha curato fino ad ora e continuerà a farlo.
Così scrivevo quella sera, e le lacrime rigavano il volto.
Sono contenta di aver tenuto il diario dei miei giorni di malattia.
Rileggere mi fa bene, fa riemergere i "frammenti" di quel che è stato. Come smuovere la cenere di un fuoco spento, qualcosa brucia ancora, ma alla fine perde vigore ed è solo cenere.

1 commento:

  1. Sono anni che tengo un diario delle mie giornate, ero adolescente... Non scrivo grosse cose, ma a volte uno sfogo fa bene. Un abbraccio Mary cara, buona domenica.

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