lunedì 17 ottobre 2016

UNA DOMENICA COSI'...


Praticamente in solitudine, con tanti pensieri "a fuoco", progetti in esame, e con la netta sensazione di essere sempre nell'occhio del mirino. Nel bene e nel male. Beh, capita...
Saranno gli sbalzi di temperatura... ha esclamato semplicisticamente Chi mi sta accanto, poi è uscito lasciandomi con un disagio in più. Constatare effettivamente che anche oggi come ieri e l'altro ieri ancora, un caldo strano per questa stagione l'ha fatta da padrone. Ma pure il freddo che l'ha preceduto era strano, e così ti senti destabilizzata, perso il controllo come una foglia al vento. Però questa almeno ci sta. Ed un tassello giusto riporta l'equilibrio più o meno.
Sola in casa stamattina ho preso a fare le cose di sempre, le faccende domenicali che non rispettano il settimo giorno, quello in cui il buon Dio si riposò. E il silenzio ha fatto da eco all'odierna solitudine. In realtà non mi sento a disagio in compagnia di me stessa, anzi a volte desidero quei momenti, però quando un certo tipo di umore mi porta ad una profondità eccessiva, resto sgomenta. Dimentico che è bene non sempre porsi delle domande cui è difficile dare risposte.
E oggi è stata una domenica così...
Il tempo mi correva dietro, ed io facevo lo stesso col tempo, e in quel cerchio ideale alla fine mi fermavo al centro a pensare. Riuscirò a tenere fino in fondo?
Riconosco una mia certa fragilità, ma vedo che non è capita. Non cerco approvazione, bensì considerazione. Per quel poco che sono, ma completamente.
Qualcosa può cambiare, mi sono detta... e poi è stato un lampo, mi è venuta di getto una "composizione". Non una prosa né una poesia, diciamo... uno "scherzo poetico", a volte mi succede.
Così... qualcosa può cambiare, è stata la "traccia" da solcare, e poi è diventato "titolo"...
Piedi ben piantati in terra, sguardi rivolti verso mete vicine eppure lontane.
Vite legate al Tempo che corre, in un marciare continuo e faticoso.
A tratti, sfiniti, ci fermiamo.
Miracoli e sogni scompaiono perché non possono esistere.
Che cosa ci sfugge?
Fermi, senza affanno riscopriamo noi stessi.
Guardiamo chi è vicino, comprendiamo il suo bisogno.
E finalmente sarà il nuovo orizzonte, chiaro, definito,
per l'Uomo che non ignora l'uomo.
E così... alla fine sono tornata alla mia "nuova me", con quelle sole priorità che ora riconosco.

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