mercoledì 20 gennaio 2016

ANTOLOGIA




Un titolo curioso stasera. Immediatamente viene da pensare alla scuola, sicuramente s'immagina un libro piuttosto grosso, ché raccolga i versi o i racconti più noti.
Un' "antologia", e se vogliamo far riferimento all'origine etimologica del termine, si dirà che è si, una raccolta ma di "fiori belli", i più rari e pregiati. Assolutamente come le "esperienze" che io colgo per la "via", di cui mi pregio e faccio tesoro, e per cui la personale di malattia diventa la semplice nebbiolina che le tiene insieme.
Ho conosciuto tanti, alcuni li ho persi di vista per un po'. Molte volte è capitato, ho pensato ad una persona e l'ho incontrata quasi per caso subito dopo. E' una sorta di tele-empatia. Succede quando si prende a condividere senza farlo apposta, si procede sullo stesso percorso tracciato dal destino, si resta comunque legati da un filo sottile. Ti ritrovi a continuare poi per espressa volontà o nostalgia non Tua ma della sorte. E' l'empatia che cominciò e continua, nonostante il tempo trascorso e le distanze.
Quanti pensieri si affollano per la mente...
Non è raro che mi chiedano... non è che "rifletti" un po' troppo?... può essere.
E questa propensione del mio carattere va pure accentuandosi... sarà per quell'esercizio continuo nelle frequentazioni, dove il pensare prima di parlare è obbligo e non di certo opzione.
Ogni momento è opportunità nuova, mi rovisto dentro per cercare la "tessera" giusta e completare quel mosaico che è diventata la mia vita, ma ne manca sempre una e ancora una volta sembra solo quella.
Chissà quando potrò godere della vista dell'insieme, per ora posso solo pronunciare quella stessa frase che ho letto o udito... non lo so.
Al mondo non esistono due storie identiche, come non si troveranno due esseri umani uguali. Ognuno è unico... clone di se stesso nemmeno tanto perché nell'arco della vita può cambiare qualche aspetto.
Forse è vero che strapazzo un po' i miei neuroni con tutto questo pensare, ma non mi fermo, continuo e cado in una sorta di bisticcio... rifletto sul riflettere. E' un po' complessa come cosa, ma ormai vado avanti su questa linea e allenata come sono, non mi fermo più.
E con le riflessioni sempre più profonde, mi scavo dentro alla ricerca di una spiritualità sempre più significativa. Ne parlavamo stamane con una paziente al Suo primo ciclo di terapia. Entrambe credenti pensavamo a quanto spirituale fosse l'anelito di un ateo. D'altra parte già porsi dubbi e domande lo rivelano, e comunque non importa che sia o meno l'uomo a credere in Dio, è certo che Dio è vicino all'uomo e mai si scorderà di lui.
Quando la malattia fece la sua comparsa, cominciai allora a rivolgere i miei pensieri a Dio... a volte era abbandono altre, rabbia.
Il cuore mi batteva sempre forte, arrivavo a sentirlo nei polsi e nelle orecchie. Avevo paura. E solo qualche mese prima non avrei mai pensato a tanto, inconsciamente "selezionavo" gli sfondi di una storia in fin dei conti, banale.
Se la tua vita scorre tranquilla, senza scossoni per Te è normale, non ti accorgi di ciò che succede intorno... non ti accorgi neanche di Te stesso, del perché TU ESISTI. Poi avviene qualcosa che smuove le acque ferme in cui ti muovi... e ne resti turbato. Magari dopo un po' succede altro e altro ancora. Allora non ce la fai più... con qualcuno te la devi prendere, e perché non con quel Qualcuno di cui non ti sei mai accorto prima? Ebbene... Qualcuno ha voluto stuzzicarti... ti ha spinto ad arrabbiarti, arrabbiarti sul serio... perché Ti aspettava... VOLEVA INIZIARE UNA STORIA CON TE... una storia tutta nuova.
Prima che mi ammalassi la mia Vita scorreva tranquilla, tanto tranquilla da lasciarmi insoddisfatta.
Inquieta cercavo risposte senza neppure conoscere le domande.
Tante volte... con un brivido... avevo persino pensato all'eventualità di una malattia, grave... poi una morsa mi aveva stretto la bocca dello stomaco e la vista mi si era annebbiata. Un tale pensiero mi aveva quindi riportato su una "falsa retta via"... solo per un po'.
Riprendevo ad agitarmi nelle acque stagnanti della mia Vita.
All'improvviso il Male... l'angoscia... la paura di non sopravvivere, di non riuscire a fare tutte le cose tante volte ignorate... troppo a lungo rimandate...
Il mio pensiero a Lui... che tutto può.
La Sua risposta a me che nulla potevo.
Dio voleva qualcosa da tempo... ma non avevo capito, forse non volevo... per pigrizia o senso di inadeguatezza... chissà. Con quella "grande prova" m'induceva a guardarmi dentro... per forza. Se volevo continuare a... vivere dovevo saperne anche il PERCHE'.
E la mia storia sarebbe stata diversa, comunque fosse andata, perché non era più senza speranza.
Tante esperienze, simili ma comunque diverse, uniche. Ogni volta le suggello con baci che lasciano il segno, quasi si infiltrano... ché si diffondano. Ma a fin di bene.
La Speranza viaggia così.

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