domenica 17 febbraio 2013

"E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell'aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio."
Tiziano  Terzani










Ed ogni tanto mi capita di mettermi da parte, a pensare... ricordare.
Non era molto che la mia mamma non c'era più e una notte la sognai... ero disperata, nel sogno come nella realtà perchè non volevo staccarmi da Lei.
La rivedevo com'era stata un tempo, indaffarata ed entusiasta anche delle piccole cose e incombenze quotidiane, così in quello che mai avrei definito un sogno tanto era verosimile alla realtà, stava preparandosi a partire e riempiva una valigia del necessario perchè... diceva... dove sarebbe andata non le serviva più di tanto. Io le stavo dietro, pregandola di non andar via... mi sarebbe mancata tanto... lo sapeva e allora come poteva lasciar tutto e tutti?
All'improvviso aveva posato quelle sue poche cose e, seduta sulla seggiola che da sempre aveva in un angolo della cucina, aveva preso a dire... "Devo andare via, ma non preoccuparti... io continuerò a... esserci. Quando mi vorrai, pensami intensamente ed io ti prenderò in braccio come quando eri piccola... e non ti lascerò per tutto il tempo che vorrai..."
Mi svegliai di soprassalto e con gli occhi inumiditi... forse mi ero lasciata andare alle lacrime per quell'addio o  per la felicità di non essere abbandonata nonostante le apparenze? Non so... restai molto colpita da quel sogno, tanto che continuavo a... ripetere quelle parole a me stessa per renderle ancora più autentiche e non dimenticarle mai.
Dopo qualche anno mi sono ammalata... e il mio pensiero, inutile dirlo... è stato rivolto sempre a mia madre, l'ho sentita vicina come se non fosse mai andata via. Quando volevo... la pensavo con la forza del Cuore, soprattutto di notte e con gli occhi chiusi... e in quell'oscurità punteggiata di brevi bagliori improvvisi mi pareva persino di vederla... e nel silenzio assoluto, rotto solo da qualche fruscio notturno mi arrivavano sussurrate addirittura le Sue parole.
Ciò che avrei voluto sentirmi dire, con la leggerezza che Le era propria...
"Meh, da'... non t' preoccupann... non fare la tragica! I problemi vanno e vengono, lo so... sarebbe stato meglio che non fosse arrivato 'sto accidente... ma che vogliamo fare? Passerà... ha da passare per forza! Sennò... che ci sto a fare io... vicino a te?"
Queste parole, tante parole... per moltissime notti... fin quando s'è fatto chiaro ed è arrivato il giorno.

4 commenti:

  1. E non è certo un caso che tutti quanti, in certi momenti, chiamiamo "mamma".

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    1. Certo che no, carissima Sandra... non è un caso... è un'invocazione, sollievo per qualsiasi sofferenza... serenità solo nel suono.
      "MAMMA""... è non è un caso che le labbra si bacino nel pronunciarlo.
      Un caro saluto.
      Mary

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  2. Bellissimo il tuo racconto. Almeno tu riesci a "vederla e ricordarla", forse io ero troppo giovane, vorrei tanto almeno sognarla. Un abbraccio cara Mary, Buona domenica.

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    1. Carissima Ale... nel sogno si può provare un'emozione... senza volto, l'intensità del sentimento può fare a meno di ogni fisicità.
      Pensa anche Tu, con forza alla Tua mamma... sono sicura che la sognerai... e avrà il volto che l'anima vorrà darle... quello che Ti seguirà in ogni momento della vita e che ricorderai... per sempre.
      Dormi serena, Amica mia... e sogna il più bello dei sogni.
      Un bacio.
      Mary


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