domenica 25 dicembre 2022

LA VITA E OLTRE (n.8) (Natale è... note da un carillon)

Non so voi, ma io si, forse perché di altra epoca, adoro i carillon. Mi riportano all'infanzia, quando preziosi cofanetti di caramelle, aperti ogni volta liberavano le note di una ninnananna o di un valzer. Ballerine piroettanti, candidi puttini, i carillon mi sono sempre piaciuti fino alle lacrime, perché ascoltando mi commuovevo e mi commuovo ancora, segno di fragilità residua e resistente, quella che serve. Le melodie sono sempre le stesse, anche se note e tonalità sono diverse. Perché la modalità dell'ascolto ogni volta è uguale. Astratta dal contesto, semplicemente incantata. Affascinata. Emotivamente sospesa a mezz'aria, in un'atmosfera che sa di magica infanzia, ritrovo una sorta di primitiva autenticità che tra le altre cose è pure garbata sincerità. Su una mensola nell'armadio, da un angolo nascosto ho tirato fuori un vecchio carillon dalle note natalizie. Una luna scheggiata che gira e suona, e tanta nostalgia. Tormentone natalizio, di questo Natale, come non lo avessi mai sentito prima. Così sorseggiando una delle tisane dell'Avvento, il pensiero va al calendarietto ogni anno attaccato alla parete della cameretta dei miei figli quando erano bambini. Ora sono grandi e il calendario dell'Avvento non lo compero più, un po' mi manca anche se c'è sempre motivo di trepida ansia d'attesa. Diversa solo qualche aspettativa nella solita magica aria di festa, gioia più intima di speranza intensa. Che Natale non si esaurisca in una giornata sola. E perciò... metaforicamente... io, se mi va, le luci le accenderò anche due giorni dopo le feste e il presepe lo terrò tutto l'anno. Promemoria di Amore a lento rilascio.

Nessun commento:

Posta un commento