mercoledì 18 febbraio 2015

18 MARZO 2014 (intervento da "guaritrice ferita" al I Convegno G.A.M.A. - Presentazione del libro "Un pezzo di strada insieme")


Per un po' di giorni mi ero data un gran da fare per prepararmi in modo adeguato, perché l'emozione non mi giocasse un brutto scherzo, facendomi dimenticare le parole "giuste"...
" Buonasera, innanzitutto grazie per essere qui e l'attenzione prestata ad un argomento che resta, sia pur trattato con le giuste competenze, piuttosto difficile.
Il mio è un intervento in veste doppia... da "paziente oncologica" al quarto anno di sopravvivenza, e da "guaritrice ferita" in quanto opero da volontaria nello stesso reparto di Oncologia Medica che periodicamente mi segue per i controlli di routine.
Non a caso ho anteposto la condizione di paziente, perché mi sento in primo luogo questo... una paziente che vive con consapevolezza, cauto ottimismo ma pure grande speranza, e poi perché è alla malattia che devo quello che sono diventata... in tutti i sensi.
La mia "storia" comincia esattamente quattro anni fa... con una diagnosi di carcinoma mammario infiltrante.
Chiunque ci sia passato, sa bene che cosa comporta nell'immediato, l'impatto con questa malattia... sgomento, panico, angoscia. Per più giorni si vive una non - vita, convinti quasi di essere già fuori posto.
Io mi sentivo così. Passato quindi il primo momento e avendo realizzato che comunque ero ancora in vita, venne spontaneo chiedermi quanta voglia di vivere avessi e perché. La voglia di vivere era tanta e il perché fu suggerito da un desiderio che da un po' di tempo mi prendeva Cuore e pensieri... diventare nonna.
Cominciò così a venir fuori quella "grinta" inaspettata e necessaria per affrontare ciò che sarebbe venuto in seguito... il doloroso "iter" delle terapie, interventi... la mortificazione della femminilità nel corpo e anima.
Per vivere al meglio quello che comunque può essere definito un "evento" della vita, e soprattutto combattere mi scelsi delle strategie... sorriso, parrucca e tanto "condividere". Cominciai a parlarne da subito, sempre e con Tutti... alla fine per coloro che mi ascoltavano, diventò "normalità"... sia per i cosiddetti sani sia per i "miei compagni di percorso" che in questo modo si ritrovarono a vivere meglio, per quanto possibile, la loro condizione.
Terminato il periodo terapeutico, fui congedata con la raccomandazione di essere serena ma non illudermi troppo, cosa appunto che non ho fatto ma pure mai vissuto con angoscia. L'aver scelto di vedere la malattia come "opportunità" mi aveva fatto scoprire nuove risorse che erano più che sopravvivenza... era Vita con la "v" maiuscola.
La serenità che ne è derivata è stato la spinta giusta, l'input per essere quella che sono ora... guaritrice ferita.
E il resto è ancora tutto da raccontare"
Erano queste le parole, nate dal Cuore... messe giù a mo' di promemoria, perché il Cuore stesso non mi tradisse.
Poi... quella sera, con l'espressività della forza erano cambiate, diventando un... canovaccio dove da sole, come un ricamo... si tracciarono le emozioni mie, vecchie e nuove.
N.B. Il video fu girato quasi a mia insaputa da Chi mi è stato accanto per tanti anni e continua...
Nota positiva... rivedendolo e ricordando tutto quanto, ripete di aver scoperto di amarmi di più.

2 commenti:

  1. Avrei voluto tanto vederti e sentirti, purtroppo non riesco ad aprire il video nè qui nè su fb.
    Peccato... Riproverò domani. Comunque tantissimi complimenti per quello che ci doni ogni giorno cara Mary, ti voglio bene. Un abbraccio.

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    1. Spero Tu sia riuscita, Amica mia... Ti voglio un gran bene anche io.
      Grazie a Te che hai pazienza, costanza e soprattutto affetto da seguire i miei pensieri a volte un po' bislacchi.
      Un abbraccio col Cuore...

      Mary

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