sabato 15 ottobre 2022

L'ECO DI OGNI PASSO COMPIUTO (n.36) (Umanizzazione delle cure)

Tangibile è il desiderio di relazioni intessute di umanità. Concetto basilare che ultimamente anima l'umanizzazione dei luoghi di cura. Un sogno da realizzare, perché in ospedale capitiamo un po' tutti e sempre con la speranza di sentirci come a casa, trattati non da numero o patologia bensì "persona" a cui rivolgersi sorridenti e con tenerezza. È la terapia delle "carezze" che leniscono il dolore e sanano le ferite. Deve ricordarlo Chi approccia al malato con la pretesa di curarlo perché guarisca nel corpo senza che restino cicatrici nell'animo. Se non se la sente o non ne è capace è meglio cambi mestiere, farà del bene a se stesso e a Chi gli capita di fronte. Si immagina quanto bene possa fare una stretta di mano o un sorriso? E in genere pure Chi sostiene di vivere in pieno la Fede, forse farebbe cosa più gradita a Dio se dedicasse parte del Suo tempo a Chi soffre nel corpo. Sporcarsi le mani, insomma non solo coprire le labbra di litanie. E poi quanti volti può avere la Speranza? Tanti e sinceri, perché giusti e mirati. Lo scampanellìo della campana della speranza, un progetto dedicato all’importanza delle “parole che curano”, un'uscita ludico culturale. E se la cultura è uno spazio di guarigione, il suono festoso di una campana è richiamare alla vita, che fu solo sospesa per un momento, breve o lungo non importa. Leggere un libro, andare ad un concerto o visitare un museo non sono solo modi per evadere, ma anche per ricostruirsi emotivamente. Come pure visitare i borghi più belli, accostarsi a peculiarità che fanno di ogni luogo un patrimonio di cui andar fieri e da cui attingere momenti di benessere. Speranza, benessere, ma pure "presenza ed esempio", come sosteneva stamane il "Nostro professore", giovane e cordiale 85enne, non devono essere solo parole di cui ci si riempie la bocca, bensì elementi vitali che accompagnano la vita, dall'inizio alla fine.

Nessun commento:

Posta un commento