lunedì 30 maggio 2022

E NON CONTANO QUESTI ANNI TRASCORSI (n.98) (La Malattia stravolge la vita ma non la priva del suo valore)

Frase emblematica pronunciata oggi dal dott. Marinaccio dell'ANT, che ben riassume contenuti e senso delle varie relazioni al convegno dell'Albero della Vita. La cronicizzazione della malattia vista come importante traguardo ma pure maggior impegno da parte di tutti, a partire dal medico di famiglia e finire alle istituzioni. Gli ultimi anni hanno visto una notevole riduzione di mortalità per tumore soprattutto per il sesso maschile, mentre per le donne la situazione è stabile, forse per una maggiore incidenza di tumore polmonare. Si presenta quindi la necessità di valida rete comunicativa fra le varie figure professionali, perché dopo i canonici cinque anni il paziente abbia come riferimento per il proprio follow up il medico di famiglia. D'altra parte questi ultimi due anni di pandemia hanno svilito per vari motivi la figura del medico di famiglia che ora si sente solo oberato di pratiche burocratiche. La centralità della "persona", non più solo organismo da curare con farmaci ma di cui farsi carico nella sua totalità, perché possa continuare a sentirsi integrata nella normalità pur in un percorso anomalo e parallelo. A tal proposito entrano in campo le associazioni che con aiuti concreti (trasporto) o mirati al supporto, offrono tempo e disponibilità. L'importanza delle terapie palliative, il ruolo rivalutato dell'hospice, non più da considerare come "luogo dove si va a morire", bensì "ponte" tra ospedale e domicilio, dove trovano accoglienza e cura un po' tutte le patologie croniche. Questi i temi trattati nella molteplicità dei vari aspetti. Non solo scienza, burocrazia ma pure empatia, umanità, e necessità di formazione continua. Poiché di cancro si muore sempre meno, si possa col cancro convivere sempre meglio.

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