giovedì 22 febbraio 2018

TU... PROTAGONISTA DELLA TUA VITA


Un altro mercoledì di pioggia, vento e freddo. Perciò nessuna uscita fuori porta, ma spazio e tempo per riflettere, ché gli spunti a saper vederli ce ne sono sempre, pure tra le righe di uno scritto capitato per caso o da una frase colta al volo vedendo un film. Già, l'avrete capito, anche stavolta, causa maltempo, ci siamo concessi il cinema a casa nostra, una bella commedia americana dai buoni sentimenti, rilassante che ad un certo però l'ha sparata lì, per bocca di un interprete, la frase che mi ha dato da pensare e che... guarda caso... mi porto dietro da una vita.
"In ogni trama c'è la protagonista e l'amica cara. Tu sei nata protagonista ma per un oscuro motivo non lo sei, per gli altri solo una buona e cara amica..."
Pare la mia descrizione, dalla nascita in poi, con sensibile pausa per la malattia, ed ora in lieve ripresa. Forse perché considerata sopravvissuta, sono tornata nella norma, e quindi al rango di Chi non fa più testo, perciò ad un ruolo di secondo piano, non proprio di comparsa ma di spalla, necessaria ma di qualche passo indietro, per carità indispensabile ripeto, però visibile dopo, quando ci si accorge della "voce fuori campo".
L'ho detto, è da una vita... brava a scuola ma seconda, ubbidiente, dolce e cara in famiglia ma scontata, persino nell'adolescenza coi ragazzi, innamorati di me e stavano con altre, perché era meglio avermi come amica. L'unico che mi guardò con occhi diversi fu quello che diventò marito, e meno male, sennò starei a sfogliare ancora margherite. Bella metafora che non mi avrebbe comunque mai vista così, dato che anche il cancro mi preferì e mi rese protagonista, in tutti i sensi. Per amore della vita decisi di diventarlo ad ogni costo, "prima donna" nella malattia, fortemente attiva condussi il gioco, recitai la parte anche indossando maschere e parrucche diverse, e paradossalmente mi conquistai la dignità. E Tutti a bocca aperta, perché non mi avevano mai conosciuta così, ed anche per stupore non vedendomi morire giorno per giorno, e al contrario prendere vita come nessuno mai.
Ora pensando che "ho le stesse probabilità di tutti", dovrei tornare tra le quinte o sotto il palco a fare da suggeritore o pure sul palco ben altro?
Ma la "storia" non è finita perchè un tumore non si conclude con un calo di sipario, si ricordano le "battute", gli "interpreti"... i "momenti significativi", e poi il grande lavoro e la fatica, perchè di seguito potesse ancora essere una "rappresentazione" migliore della vita che continua.

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