sabato 12 settembre 2015

DAI TUOI OCCHI AI MIEI


Emoticon heart 
Quei particolari all'improvviso diversi, perché guardati con gli occhi del "poi" e intesi con l'Intelligenza del Cuore.
E accade quando è trascorso il tempo giusto, e dell' "esperienza" è rimasta la parte migliore, quello che si è imparato... dopo aver gettato alle ortiche la rabbia e il nervosismo, l'ansia e il nodo alla gola in stato permanente, le lacrime e i silenzi.
Quando c'era tutto questo ero più miope di quel che sono in realtà, e inoltre giravo col paraocchi, nel tentativo illusorio di isolarmi ché non si vedesse quanta angoscia avessi dentro. E i particolari di prima non erano più gli stessi, gli sguardi soliti di Chi incontravo mi parevano curiosi e indagatori, le voci stridule e fastidiose. Era il "chiodo fisso" a penetrarmi il cervello e occuparne lo spazio intero.
E che dire dell'approcciare con medici ed infermieri? Quando il medico è una donna? Perché una differenza c'è ed è sostanziale.
Di un "dottore" ero pronta, preparata ad accettare una professionalità seria ma che manteneva le distanze, quindi una battuta infelice mi dava da pensare ma non più di tanto, un "passaggio" per la corsia rapido e a volte poco attento poteva starci, si sa gli uomini sono fatti così e un camice fa poca differenza.
Da una "dottoressa" invece mi aspettavo comprensione, cura e "carezze", non sguardi taglienti e glaciali, silenzi prolungati ad ogni domanda che si smorzava in gola. Una donna doveva ben capire quello che provava un'altra donna che vedeva all'improvviso andare in frantumi ogni sua certezza... o no?
Vedevo tutto questo, lo guardavo secondo l'ottica del momento, lo intendevo diverso.
Ma qual è in realtà il punto di vista giusto?
E' chiaro che dipendeva da me, o meglio dalla prospettiva in cui ero posta, fortemente condizionata dalla Forza della Mente, quasi sottomessa.
Un po' alla volta ho imparato ad interpretare in modo obiettivo perché mi sono abituata a prendere le distanze da quel che accadeva. Ogni giorno presentava incognite, ma ne prendevo in considerazione una sola. Un'equazione con la "x", la "y" e la "z", non è che si risolve con un'operazione unica... si procede con ordine, si verifica e poi... poi tutto diventa chiaro, e sembra impossibile sia riuscita. All'inizio ogni più, meno, per o segno di frazione, e parentesi sembravano interminabili "tranelli". E invece erano solo "particolari".
Oggi non mi limito a vedere ma guardo. Non sento ma ascolto.
Vado oltre la percezione... soprattutto intendo.
Uso la Ragione ma anche il Cuore. Non erge barriere il Cuore e ben si dispone, non è diffidente ed accoglie.
Uno sguardo così non è più duro e distaccato e freddo... è solo compassione che fa fatica ad esprimersi perché si difende.

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