lunedì 23 settembre 2013

Andrea e Loredana... "pur lontani incredibilmente vicini"

"... per non finire mai di essere" - RACCONTA LA TUA STORIA
Speranza!... speranza?... comunque ne scrivi e parli a volte il dubbio viene fuori. Ma non saranno solo chiacchiere illusorie, una specie di terapia per la mente perchè si possa vivere "più o meno" per quel che resta, cercando di non pensare a quel che sarà?
Premesso che a nessuno è dato saperlo, è provato invece che nutrire la speranza è una "vera terapia", un supporto per continuare a... vivere nell'ottica giusta una grave malattia che qualora dovesse avere esito infausto, per lo meno prima è stata vissuta senza lacrime e disperazione.
Di speranza hanno Tutti bisogno... come nella Sua storia sostiene Gemma che, pur non essendo stata colpita direttamente, si è trovata a confrontarsi con il Cancro per due "vicende" quasi in contemporanea.

"Quando le parole faticano a venir fuori perchè avresti solo voglia di piangere o urlare, basta un nuovo giorno, un sorriso diverso, una cascata di riccioli... basta sentirla parlare del mondo ancora tutto da cambiare a suon di rivoluzioni, idee e progetti da realizzare.
Ieri è stato il mio primo giorno di scuola con i ragazzi in difficoltà come comunemente vengono definiti, io insegnante di sostegno per il tipo di specializzazione conseguito.
Ad aspettarmi nel suo banco, assieme ad un suo compagno c'era Andrea con la sua matassa di capelli nuova di zecca, due occhioni vispi e l'entusiasmo di ogni bambino al suo primo giorno di scuola.
Ho conosciuto questo angelo lo scorso anno, pochi giorni dopo la terribile diagnosi di un cancro a Loredana, mia sorella: la passione fatta persona, la gioia di vivere allo stato puro, la forza delle idee contro le ingiustizie del mondo, la libertà d'espressione, l'amore reciproco.
Nei corridoi della scuola, le colleghe parlavano di un caso, senza istruzione domiciliare in attesa di docenti volontari, dopo le continue richieste dei genitori. In quei giorni, la mia capacità reazionaria, trasmessa da mia sorella, era allo stremo, ma non avevo altra scelta, o sprofondavo o risalivo con loro e per loro, Andrea e Loredana. Sono entrata in classe furibonda, disgustata e decisa a capirne di più, nonostante avessi una splendida alunna, seguita per tre anni e che non avrei lasciato per alcun motivo. Così ho comunicato alla mia dirigente che avrei seguito il bambino in giornata libera, in quella breve e anche nel pomeriggio se necessario, a patto che il mio nome non fosse mai saltato fuori, lungi da me ringraziamenti, riconoscimenti e l'ambizione ad una medaglia al valore. Fatto sta che le coscienze delle varie colleghe si sono smosse e così siamo riuscite a coprire l'intera settimana a casa del ragazzo.
Quest'anno con l'uscita della mia ex-alunna che ora è in prima media, sarò con Andrea in classe, per studiare e ridere insieme. Gli restano i controlli periodici perchè è finito il calvario della chemio, l'isolamento precauzionale a casa e da ora in poi potrà stare con i suoi amichetti.
Invece la mia forte, passionale "guerrigliera" dovrà combattere ancora, dovrà lottare per lei, per gli altri, per tutti... per cambiarlo insieme questo mondo tutto da rifare e so che ce la farà e come al solito vincerà.
Ciò che mi hanno donato loro, vale molto di più di tutti i riconoscimenti professionali e le soddisfazioni personali, è "continuare a vivere con speranza" !!! (perdonate la citazione...)
        Gemma

Questa storia dimostra che una sensibilità assai particolare e una generosità oltre limite sono le qualità che consentono un "pieno di speranza", esigenza sentita da Tutti, sia pure a livello inconscio. Le occasioni non mancano ma solo persone come Gemma, appunto sensibile e generosa, riescono a trarre dal dolore un'opportunità di crescita e speranza anche per se stessi.

N. B. Invia la Tua storia all'indirizzo e-mail: continuarea@virgilio.it
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2 commenti:

  1. Grazie d'aver postato questa storia, fa bene sentire che esistono ancora persone dotate di un cuore!

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    1. E' una storia di vita vera... e se non è prova di "speranza" questa... allora meglio sarebbe chiudersi in isolamento e... lasciarsi vivere.
      Un abbraccio grande... carico di fiducia.
      Mary

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