giovedì 16 giugno 2022

UN VIAGGIO PERSONALISSIMO (n.15) (Senza titolo)

Riflettendo su uno degli ultimi fatti di cronaca, la morte della piccola Elena. Sono stata male oggi, ho avuto un blocco allo stomaco, una notizia così sconvolge nel profondo, un atto inconcepibile persino dalla mente più crudele. Per reagire allora c'è bisogno di un appiglio, magari cercare nella normalità di situazioni momentaneamente fuori dalla norma. Incontro sempre più spesso mamme giovani... Ma Tu sei giovane!? Segue la replica... Si, ho 37anni... o 32... o 26... o 24... Ventiquattro! Pochi davvero, ma abbastanza per concepire, partorire e farsi carico di un'altra vita, che altro poi non è che parte di sé. Una grande responsabilità che non ammette sconti, né gelosie, neppure attimi di mancamento, eppure... Nella realtà che vivo sono le mamme giovani quelle più forti, che devono armarsi di poesia, imparare favole con un doppio lieto fine, uno per sé e l'altro per la creatura che hanno fatto in tempo a mettere al mondo. E raccontano di punture per guarire dai mal di pancia, di capelli rasati per farli nascere più belli, di tanto sonno perché si è molto stanche e poi c'è la voglia di fare bei sogni da regalare una volta sveglie. Affidano se stesse e i loro "amori" al buon Dio, ché tutto vada bene oppure al meglio, sperando che alla fine venga sconfitto il "brutto mostro", il "vecchio drago", la "bestia". E tutto questo per garantirsi tempo e non far soffrire chi amano più di se stesse. Così vanno, dal sorriso al pianto, dalla realtà alla poesia, cercando rifugio nella fantasia. Le mamme giovani. Eppure... può esserci quell'unica madre che per lucida follia arriva a negare per sé e la propria creatura il sorriso, la poesia e la fantasia. Non riusciremo mai a capire fino in fondo, ma invochiamo ugualmente immensa pietà per quelle due vite senza futuro.

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