martedì 21 aprile 2015

MAL COMUNE... MEZZO GAUDIO



Emoticon heart 
Io avevo sempre pensato fosse l'espressione "esasperata" per ridimensionare una propria condizione non felice, ma restando ben circoscritta in un pensiero del soggetto.
Stasera l'inaspettata scoperta.
La possibilità di una doppia interpretazione... una sventura condivisa con altri può essere meglio sopportata, poiché è possibile confortarsi a vicenda, oppure perché si gode che altri patiscano la nostra stessa sventura.
Naturalmente io propendo per la prima, come si può pensare di soffrire di meno al pensiero che tanto ci sono altri pure a dover patire... quando se si potesse, si eliminerebbe dalle radici il dolore per l'umanità intera?
Meditavo su questa cosa che già mi destabilizzava parecchio, ed ecco capitarmene un'altra sotto gli occhi... la "Schadenfreude".
Sarà stato per il termine straniero, questa mi pareva dovesse avere un senso peggiore, e in effetti mi sbagliavo di poco. Sembra addirittura che ne soffriamo un po' tutti. Quando agli Altri va male, tiriamo un sospiro di sollievo inconscio... è capitato a loro non a me.
Esattamente quello che credevo pensassero a mio riguardo le persone che venivano a sapere da quale malattia ero stata colpita. Da qui un "dolore profondo" e l'"immediata reazione". Dovevo dimostrare che non era cambiato niente, neppure l'aspettativa di vita per tempo e qualità.
Ed è sempre questo pensiero, oggi che mi fa attenta nel porgermi con parole ed atteggiamenti, ché non appaia arrogante nella condizione di "048 in stand by".
E' tutto assai difficile, si rischia sempre di sbagliare. Non sai fino in fondo come devi comportarti.
Se fai finta di niente o quasi... puoi banalizzare o sembrare menefreghista.
Se c'è coinvolgimento, ti carichi di un fardello inadeguato perché troppo difficile da frazionare e risolvere un po' per volta, oppure vieni considerato esagerato, affettato, tendente al melodrammatico.
Quindi...?
Condividere un problema altrui e cercare di risolverlo, è proprio della specie umana che dovrebbe essere totalmente per la solidarietà. Oggi vediamo che è sempre meno così, almeno su scala importante... interessi politici ed economici hanno snaturato l'uomo, rendendolo strumento dei poteri forti.
Allora ridimensioniamo il discorso, riportandolo nei termini della quotidianità.
Fare la spesa per qualcuno che si sa, mangia un giorno si e due no... aiutare e far compagnia all'anziano solo... non voltare la testa di fronte ad un uomo steso a terra, al dolore in generale.
Confortare anche col semplice silenzio... chi nel silenzio sta vivendo la propria pena.
Si dice che fare del bene fa bene, ed è così. La gratificazione che prova chi ha fatto qualcosa di buono per il piacere di farlo è magica, perché arriva a scoprirsi migliore di quanto credesse.
La generosità ha grande valore, nelle piccole come nelle grandi cose. Non importa che sia riconosciuta.
Sappiamo che cosa abbiamo fatto, e tanto basta all'amore incondizionato per se stessi.

2 commenti:

  1. E' vero, la generosità fa bene e secondo me, alla lunga, il bene fatto torna, anche solo come soddisfazione personale. Ciao Mary

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    1. Proprio così, Paola cara... fare il bene è un grosso "investimento" di se stessi.
      C'è ritorno sempre, nell'immediato perché gratifica e nel futuro. Nessuno dimentica.
      Un abbraccio.

      Mary

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