venerdì 30 marzo 2018

SE TORNO A PENSARE A ME


Se torno a parlar di me e a scrivere ciò che provo e sento, vado in gran confusione e alla fine smitizzo l'idea che solo le donne siano in grado di fare più cose per volta. Perché per quel che mi riguarda... stasera almeno... non è vero, responsabili sono i problemi familiari che si accavallono, i compiti imprescidibili, e poi il fatto che sono così stanca da tenere a stento gli occhi aperti.
Non è stanchezza fisica, è tutta nella mente, come quando subisci un trauma e la psiche lo scarica sul fisico, trasformandolo in dolori.
E' dura davvero essere al centro del mio "piccolo universo", la famiglia. Mi si dice, sei la "regina", il Nostro "angelo", ma non vedo né regno né Cieli. Vorrei avere le ali però, per poter andar veloce quando fragilità invoca, ed anche la corona per impormi e far vedere che se voglio tutto posso. Metafore che sottolineano quanto a volte io mi senta impotente, pur indispettita e idealmente capace di fare qualsiasi cosa. Ma c'è un ruolo che non può essere svilito, un'immagine da salvaguardare. Preservo questa maschera che fa intendere tutt'altro, guarda sempre avanti e non cambia mai espressione.
E' veramente dura costituire un punto di riferimento, sforzarsi di non deludere le aspettative, ed intanto delle mie disilluse Chi si incarica?
Al solito dovrò essere unica artefice, ricaricarmi da ferma, pensando che a nessuno viene assegnata una croce che non può reggere. Io ho superato ben altro, e allora anche stavolta mi tirerò su pensando che niente potrà annientarmi se non lo consentirò, ho la presunzione dell'intelligenza e comprovata resilienza. Torno sempre a galla, come rete che si porta buona pesca e appresso pure resti di conchiglie scheggiate e stanche.

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