venerdì 30 marzo 2018

LA TENEREZZA INDISPENSABILE (...in ospedale per l'Accoglienza e l'Ospitalità)


In ospedale oggi celebrazione del Precetto Pasquale presieduto dal Nostro Arcivescovo, Mons. Vincenzo Pelvi che prima di scendere in chiesa ha voluto far visita al reparto di Oncologia Medica. Commozione ma pure sorrisi in un luogo dove sofferenza e speranza sono imprescindibili.
Poi Tutti insieme, medici, operatori sanitari e volontari per la celebrazione del sacro rito. 
Come è solito fare, il Vescovo ha introdotto con qualche breve riflessione, ribadendo sempre quanto volentieri torna a celebrare tra Noi, in ospedale dove davvero nei malati è presente la carne viva di Cristo, ed è tangibile il desiderio di relazioni intessute di umanità. Quest'ultimo, concetto basilare che ultimamente anima l'umanizzazione dei luoghi di cura. Un sogno da realizzare, perché in ospedale capitiamo un po' tutti e sempre con la speranza di sentirci come a casa, trattati non da numero o patologia bensì "persona" a cui rivolgersi sorridenti e con tenerezza. E' la terapia delle "carezze" che leniscono il dolore e sanano le ferite. Deve ricordarlo Chi approccia al malato con la pretesa di curarlo perché guarisca nel corpo senza che restino cicatrici nell'animo. Se non se la sente o non ne è capace è meglio cambi mestiere, farà del bene a se stesso e a Chi gli capita di fronte.
Si immagina quanto bene possa fare una stretta di mano o un sorriso?
Un paziente poco prima aveva ringraziato il vescovo perchè la Sua stretta di mano gli aveva trasmesso tanta forza, e si era sentito più motivato a continuare quel difficile percorso.
Ed anche per una giovane mamma, un semplice sorriso è stato come carezza consolatrice.
Già, i ministri della Chiesa più degli Altri dovrebbero essere vicini a Chi vive la malattia, confortare e richiamare alla vita, senza concedersi sconti. E in genere pure Chi sostiene di vivere in pieno la Fede, forse farebbe cosa più gradita a Dio se dedicasse parte del Suo tempo a Chi soffre nel corpo. Sporcarsi le mani, insomma non solo coprire le labbra di litanie.
"Nella Chiesa prima l'ospedale e poi la cattedrale", questa l'espressione con cui il vescovo ha congedato... "Oggi sono stato davvero bene con voi".
E Noi con Lui.

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