sabato 9 settembre 2017

DOVE TUTTO E' VERO


Stamani quando sono arrivata al piano, l'ho visto e ne sono stata contenta, anzi sollevata. Chi...? Uno di quei due mariti, dallo stesso nome di battesimo, caregiver DOC o ancor meglio DOP, perché ce ne sono talmente pochi così, da costituire un genere in via d'estinzione. O forse no, perché potrebbero essere d'esempio, modelli da imitare. Speriamo.
Dicevo... l'ho visto e mi sono rianimata. Certo. Ogni volta, prima di salire per quelle scale, il problema me lo pongo, mi esamino e mi chiedo quanto sarò capace di tenere a freno i pensieri e controllare le emozioni. Non so Chi incontro, quindi neppure che cosa vedrò e ascolterò. Sgombro la mente e il Cuore dagli inutili fardelli, e come se cominciassi a vivere quel giorno, minuto e ora, mi avvio e poi mi fermano, riprendo e sosto ancora, entro nelle stanze e ricevo tanto, molto più di ciò che porgo nella consapevolezza umile di un servizio.
Non tutti i giorni sono uguali però, a volte anche a me un supporto serve, incontrare ad esempio subito ancor prima di cominciare qualcuno che sia "spalla" su cui appoggiare la testa piena di pensieri. Come oggi. E il marito di quella fortunata moglie, per un po' è diventato anche mio caregiver, ed ho preso coraggio, e sostegno, e forza perché non bastano mai.
Si dice spesso che se ognuno trascorresse almeno un giorno in un reparto di oncologia, avrebbe l'opportunità di cambiare qualche aspetto della propria vita, capirne le priorità e il senso intero. Io aggiungo che imparerebbe ad amare veramente, intrecciando relazioni autentiche che, paradossalmente e nonostante ansie e timori, saranno vissute in modo rilassato e sincero.
In un posto così in realtà sono le anime ad entrare in relazione. Si abbracciano con le lacrime, si accarezzano coi sorrisi, e sempre senza fare "conti" di tempo e dedizione. Si parla la stessa lingua, si ha il medesimo obiettivo... la Vita a tutti i costi.
Stasera per mezz'ora è andata via la corrente, non siamo più abituati a questo genere di inconvenienti e per questo sprovvisti di candele, solo una torcia elettrica a turno per tre persone in casa. Poi mi sono tornate in mente tre candeline per compleanno, di quelle a forma di numero. Quasi a tentoni ho raggiunto il cassetto, le ho tirate fuori e non vedendo bene quale fosse, sono riuscita ad accendere il "numero 5". Strana coincidenza, proprio il numero 5... cinque anni di sopravvivenza. Un traguardo tanto atteso, temuto e superato. Raggiunto... mancata una parte... con quello che restava. Tanto davvero.

Nessun commento:

Posta un commento